Rapina a Catanzaro, due donne tornano in libertà
Sono state rimesse in libertà, con il solo obbligo di presentarsi alla Polizia giudiziaria per la firma, le due donne bulgare accusate di rapina impropria arrestate martedì dai carabinieri a Catanzaro. Lo ha deciso il tribunale collegiale del capoluogo, davanti al quale è iniziato il giudizio per direttissima, che ha convalidato gli arresti e poi ha rimesso in libertà le imputate con la sola misura cautelare dell'obbligo di firma, come richiesto dal difensore, l'avvocato Abate - aveva invece chiesto gli arresti domiciliari il pubblico ministero d'udienza -. I giudici (presidente Raschella', a latere Natale e Costantini) hanno infine rinviato al 4 febbraio per il prosieguo del giudizio. Le imputate, S.T. di 34 anni, e G.K, 31 anni - una terza donna coinvolta nella vicenda, T. T., di 54 anni, e' stata denunciata in stato di liberta' - sono accusate di aver sottratto un telefono ad un giovane mentre si trovavano sedute in un bar di Corso Mazzini, approfittando della distrazione del vicino. Poi, quando il trentenne si e' accorto di quello che era avvenuto, le bulgare si sarebbero rifugiate dentro al bar, del locale salvo uscirne poco dopo per aggredire il malcapitato, avendo capito che lui aveva chiesto l'intervento dei carabinieri. Il derubato si e' poi messo all'inseguimento delle presunte ladre che sono riuscite a darsi alla fuga, finche' l'intervento dei carabinieri non ha consentito di arrestarle e condurle ai domiciliari come disposto dal sostituto procuratore di turno, Paolo Petrolo. (AGI)