Rapina impropria: condannate due bulgare a Catanzaro
Si è concluso con due condanne a 1 anno e 8 mesi di reclusione ciascuna, e concessione della sospensione condizionale della pena, il giudizio per direttissima a carico delle due donne bulgare accusate di rapina impropria arrestate a novembre dai carabinieri a Catanzaro.
Il tribunale collegiale del capoluogo (presidente Natale) ha dichiarato oggi le imputate colpevoli, comminandogli tuttavia pene più basse di quelle proposte dal pubblico ministero che aveva chiesto una pena di 3 anni di reclusione per ciascuna. Le imputate, S.T. di 34 anni, e G.K, 31 anni - una terza donna coinvolta nella vicenda, T. T., di 54 anni, era stata denunciata in stato di libertà - sono state accusate di aver sottratto un telefono ad un giovane mentre si trovavano sedute in un bar di Corso Mazzini, a Catanzaro, approfittando della distrazione del vicino. Poi, quando il trentenne si è accorto di quello che era avvenuto, le bulgare si sarebbero rifugiate dentro al bar del locale, salvo uscirne poco dopo per aggredire il malcapitato, avendo capito che lui aveva chiesto l'intervento dei carabinieri. Il derubato si è poi messo all'inseguimento delle presunte ladre che sono riuscite a darsi alla fuga, fino a che l'arrivo dei carabinieri non ha consentito di arrestarle e condurle ai domiciliari come disposto dal sostituto procuratore di turno, Paolo Petrolo.
Quando iniziò il giudizio per direttissima, poi, il tribunale collegiale convalidò gli arresti, ma rimise le due donne in libertà con il solo obbligo di presentarsi alla Polizia giudiziaria per la firma, come richiesto dal difensore, l'avvocato Abate. (AGI)