Maurizio Tricoli (Pd) su vicenda uffici giudici di pace petilino e cirotano
"Nella mattinata di venerdì 14 novembre, il responsabile provinciale Giustizia del Partito Democratico avv. Maurizio Tricoli e i referenti territoriali del Petilino e del Cirotano, avvocati Giovanni Scordamaglia e Franco Marino, hanno analizzato la attuale situazione degli gli uffici del Giudice di Pace del territorio del Crotonese."E' quanto si legge in una nota dell' Avv. Maurizio Tricoli responsabile PD Giustizia.
"Gli uffici di Petilia e di Cirò - prosegue la nota - non verranno accorpati, ora però, acquisito questo importante risultato, bisognerà fare in modo che svolgano regolarmente la loro attività; ciò significa che dovrà essere portato a compimento l’iter procedurale che prevede l’impegno dei Comuni che hanno dato la propria disponibilità, Petilia, Mesoraca, Cotronei e Rocca Bernarda da una parte e Cirò, Umbriatico e Crucoli dall’altra.
E’ necessario che le amministrazioni di questi comuni, che hanno fatto si che gli uffici di Petilia e Cirò non venissero accorpati a quelli della città capoluogo, tramutino le loro buone intenzioni in fatti concreti, acquisendo ai servizi delle rispettive amministrazioni il servizio Giustizia di cui dovranno farsi carico nella piena interezza.
Questo per evitare che quanto di positivo è stato fatto fino ad oggi non venga vanificato.
A conclusione dell’incontro i referenti Giustizia de Partito hanno convenuto sulla necessità chiedere che venga al più presto convocata una conferenza dei sindaci dei comuni interessati, al fine di mettere nero su bianco e stabilire l’apporto economico che ogni amministrazione dovrà assumere come impegno concreto.
Gli avvocati Tricoli, Scordamaglia e Marino, a margine dell’incontro, - conclude Tricoli - si sono soffermati sulla ormai drammatica situazione che vive l’Ufficio del Giudice di Pace di Crotone dove è confluito l’ulteriore carico di lavoro proveniente dagli Uffici dei Giudici di Pace accorpati, Stongoli, S.Severina e Savelli, che stanno mettendo a dura prova la buona volontà delle poche unità lavorative dell’ufficio stesso, senza che, allo stato, chi di competenza provveda se ne faccia carico."