Bruno: “Sulla scuola non si taglia”
“Anche quest’anno abbiamo davanti un lavoro difficile che, dentro le dinamiche della legge, deve consentirci di non penalizzare il sistema scuola della provincia di Catanzaro. La nostra amministrazione non vuole essere una controparte: procediamo in una proficua ottica di collaborazione”. E’ quanto affermato dal presidente della Provincia di Catanzaro, Enzo Bruno, nel corso della conferenza provinciale per il dimensionamento scolastico che si è tenuta questa mattina nella sala del consiglio provinciale a Palazzo di Vetro. “Sulla scuola non si taglia – ha detto ancora il presidente Bruno - non si possono fare risparmi lineari, perché la scuola è il motore e l’impulso dello sviluppo di una regione, ed in particolare dei centri storici dei piccoli paesi”.
Nel corso dell’incontro, alla presenza di amministratori locali, dirigenti scolastici e dei sindacati, la dirigente provinciale del settore Pubblica Istruzione, Anna Perani, ha illustrato dettagliatamente i dati all’attenzione delle parti coinvolte, frutto di un lavoro di recupero fatto con i funzionari dell’Ufficio scolastico regionale (in particolare con il dottor Maiolo e la dottoressa Martiniello), con la responsabile del coordinamento provinciale per il dimensionamento Luigia Colella, e il collaboratore Corrado Pace. Il confronto sulle linee guida regionali, che per la programmazione della rete scolastica e dell’offerta formativa producono i loro effetti a decorrere dell’anno scolastico 2011/2012 ed hanno validità quinquennale, è finalizzato alla redazione di un documento che tenga conto delle indicazioni provenienti dai dirigenti scolastici. Le proposte devono arrivare dai Comuni, previo parere obbligatorio ma non vincolante dei Consigli d’istituto delle scuole interessate, entro il prossimo 5 dicembre.
“Le modifiche all’assetto e alla localizzazione delle strutture scolastiche si pongono come necessarie ed indilazionabili al fine di rendere gli assetti organizzativi stabili nel tempo – ha spiegato la dottoressa Perani - tali modifiche devono in ogni caso integrarsi con i criteri di formazione delle classi e i criteri e i parametri per la determinazione complessiva degli organici, che rientrano nelle ‘Norme generali sull’istruzione’ di pertinenza esclusiva dello Stato”. Tra gli obiettivi, quindi, la razionalizzazione degli istituti superiori. L’unificazione degli istituti di secondo grado si realizza, prioritariamente, tra gli istituti della medesima tipologia.
Si procede all’unificazione di istituti di diverso ordine o tipo qualora, separatamente, non rientrino nei parametri: in questo caso assumono la denominazione di “Istituti di istruzione superiore”. In ciascun istituto di istruzione di secondo grado dovranno funzionare indirizzi quanto più possibile omogenei. In merito alle scuole primarie, ha spiegato ancora la dottoressa Perani, è opportuno che le scuole primarie che insistono su piccoli Comuni vicini tra loro, che le amministrazioni comunali ai accordino e/o si consorzino tra loro per mantenere i punti di erogazione e ottimizzare i servizi, ciò consentirebbe la riduzione di numerose sezioni staccate o plessi di scuola materna, elementare e media con pochissime classi.
La vera novità è rappresentata da fatto che dal prossimo anno scolastico dovranno essere attivati obbligatoriamente i centro d’istruzione per adulti, uno per provincia, posto che ai sensi del Dpr 263/2012, articolo 11 c1, tutti i centri territoriali permanenti (Cpt) ed i corsi serali cesseranno di funzionare il 31 agosto 2015. La dottoressa Perani ha, quindi, illustrato le linee guide approvate per l’attivazione del Cpia e l’organizzazione dello stesso: sarà articolato in sede centrale e sedi associale per i percorsi di primo livello mentre per i percorsi di secondo livello il Cpia provvederà successivamente a stipulare accordi di rete con le istituzioni scolastiche interessate. I Cpia si avvalgono di una propria dotazione organica e finanziaria.
Nel mettere in evidenza un preoccupante calo demografico, negli ultimi cinque anni si sono persi seimila studenti, la posizione della Provincia è quella di sopprimere di indirizzi inattivi, quindi non più funzionanti, per favorire quelli più rispondenti alle vocazioni territoriali e all’incremento occupazionale. Il procedimento è stato avviato all’insegna della partecipazione e della trasparenza e tutti i dati illustrati in sede di conferenza sono già disponibili sul sito dell’amministrazione provinciale.