Terzo Focus Group del progetto “Strumenti per la conciliazione della aree rurali”
Si è concluso ufficialmente il ciclo dei focus group inseriti nel progetto “Strumenti per la Conciliazione nelle Aree Rurali”, promosso dall’Associazione Sila Greca – Area Trionto e rappresentato dai comuni di Crosia, Calopezzati, Cropalati, Paludi e capofila il comune di Rossano
Lo scorso martedì 25 novembre ha avuto luogo presso la sede del Gal “Sila Greca” basso Jonio Cosentino l’ultimo dei tre eventi conoscitivi a cui hanno partecipato i lavoratori impiegati in agricoltura che presentano problemi di conciliabilità tra i tempi di lavoro e quelli di cura famigliare. Dopo i precedenti due incontri effettuati con i sindacati, le istituzioni, il mondo ecclesiale, le associazioni di categorie e gli imprenditori il pool di esperti ha inteso concludere ascoltando direttamente, dalla voce dei lavoratori, quali sono le necessità per una madre o un padre che lavora e quali i problemi che maggiormente si riscontrano nel conciliare i tempi di vita famigliare con quelli dell’attività lavorativa.
L’incontro presieduto dal responsabile del progetto Dott. Valerio Paduano ha innescato un dibattito franco e serrato tra le parti. Hanno partecipato uomini e donne, molte di queste straniere, impiegate come braccianti agricole. Dal dibattito è emerso che molte donne hanno rinunciato al lavoro per poter prendersi cura dei figli, in quanto i datori di lavoro non accettano la flessibilità richiesta dalle madri di famiglia, in particolare in agricoltura dove i tempi di lavoro partono di buon mattino, intorno alle 5, e finiscono in tardo pomeriggio. E dunque se una madre è costretta a lasciare il proprio figlio con una baby sitter a pagamento non va a lavoro.
Tra le storie quella di una madre di origini rumene da dodici anni vive in Italia ed è stata costretta a lasciare il lavoro per poter conciliare i tempi con la cura della famiglia, o di una madre costretta a chiudere l’attività di famiglia per accompagnare la figlia disabile a fare terapia.
“Vorrei lavorare ma non posso” è questa la frase che accompagna le donne che vogliono lavorare ma non possono perché non riescono gestire i figli. Una condizione di frustrazione personale che purtroppo si somma anche a gravi disagi economici derivanti dal mancato lavoro. “Lo stato ci abbandona” questo il messaggio lanciato in particolare dalle donne straniere impiegate in agricoltura. Unico rimedio sembra essere la solidarietà tra parenti e amici, le reti di vicinato attraverso cui ogni donna aiuta mutualmente l’altra nella gestione della famiglia.
Proprio su questa scia il progetto andrà avanti cercando di cooptare tutte le voci ascoltate durante i focus group alfine di costruire un modello di servizio che possa dare risposte partiche alle tante donne, e uomini, che hanno problemi di conciliabilità tra i tempi di cura familiare e i tempi di lavoro in agricoltura.