Enzo Bruno, su sentenza di assoluzione in appello dal reato di truffa ai danni dell’ente
Enzo Bruno non ha scelto la via della prescrizione: dal processo d’appello per truffa ai danni della Provincia di Catanzaro è voluto uscire a testa alta, con un’assoluzione piena, che cancella ogni ombra sul suo percorso politico-amministrativo ultraventennale che l’ha visto essere eletto sempre con ampio consenso. “La Provincia di Catanzaro ha un presidente completamente riabilitato, così come il Partito democratico di Catanzaro si ritrova con un segretario provinciale senza ombre”. E’ quanto affermato dal presidente della Provincia di Catanzaro Enzo Bruno nel corso della conferenza stampa che si è tenuta questo pomeriggio nella Sala Giunta di Palazzo di Vetro in merito alla decisione della Corte di Appello di Catanzaro di assolverlo dal reato per cui era stato condannato ad un anno di reclusione in primo grado. Al suo fianco l’avvocato Giovanni Mosca, l’avvocato Vincenzo Gallelli e il capo di Gabinetto della Provincia, Pino Tomasello.
“Avrei potuto scegliere la via della prescrizione, visto che sussistevano i termini, ma ho preferito essere giudicato, fiducioso nell’operato della magistratura e in una sentenza di assoluzione piena, perché una vicenda che si limitava a pochi spiccioli non poteva screditare vent’anni di percorso politico ed umano senza ombre – ha affermato Enzo Bruno -. Lo dovevo alla mia famiglia, da anni assieme a me rimasta incastrata in un ingranaggio mediatico giudiziario spietato, ai miei amici e compagni di Partito che assieme a me sono impegnati sul territorio per dare voce alle istanze delle comunità che rappresentiamo in maniera onesta e trasparente, combattendo a viso aperto la mafia e il malaffare, e per questo subendo per questo pressioni ed intimidazioni. Lo dovevo al Partito democratico che a livello nazionale, e ricordo il sostegno di Lorenzo Guerini, il sottosegretario Luca Lotti, a livello regionale con il segretario regionale Ernesto Magorno, hanno sempre creduto nella mia piena estraneità ai fatti e nella mia onestà intellettuale”. Enzo Bruno ha, quindi, voluto ringraziare quanti l’hanno sostenuto in questo percorso lungo oltre sette anni.
“Sono soddisfatto, commosso e molto rinvigorito nella mia azione politica – ha affermato ancora Enzo Bruno - è una brutta vicenda che finalmente si conclude, che ha fatto soffrire sia me che la mia famiglia. Ieri ci siamo sentiti liberi da un calvario di un processo interminabile, che ha visto una condannata in primo grado ad un anno per truffa ai danni della Provincia per una storia veramente inesistente, dovuta al mancato pagamento di un supplemento di camera di albergo. La Corte d’appello ieri ha fatto giustizia, ripristinando la verità e soprattutto ha dato a me l’onore che mi avevano tolto ed ha fatto sì che tanti sciacalli che hanno strumentalizzato questa vicenda oggi sono stati giustamente messi in un angolo. La cosa che ora posso dire è grazie a tutti quelli che hanno creduto in me, grazie alla mia famiglia, grazie alla parte del Pd che ha vissuto con me come un dramma questa vicenda. Grazie ad ‘Aggregazione democratica’ che mi ha indicato candidato presidente della Provincia e che ha creduto nella mie doti morali, che ha creduto nelle mie capacità politiche. Oggi tutto questo è trionfato. La rinuncia alla prescrizione è stato un rischio – ha concluso Enzo Bruno - che io ho corso in maniera consapevole perché lo dovevo a tutti. Ringrazio anche i magistrati che hanno interpretato il processo nel modo più giusto, quello dell’assoluzione. Io non me la prenderò con nessuno. Voglio andare avanti sereno: dobbiamo amministrare la Provincia che ha bisogno della massima attenzione visto in momento particolare di transizione che viviamo e dei problemi senza risorse che dobbiamo affrontare. Così come dobbiamo pensare a costruire un Partito democratico che guardi alla città e alla Provincia in maniera positiva e concreta alla luce del buon risultato ottenuto alle elezioni regionali di domenica scorsa”.
“Non ho mai avuto dubbi sull’innocenza di Enzo Bruno – ha detto l’avvocato Giovanni Moasca -. L’indagine partita dal Comune di Catanzaro è stata inserita in un contesto che poteva portare anche fuori pista. Purtroppo, la vicenda è stata usata spesso come oggetto di scontro su un terreno politico che oggi deve essere ridimensionato. E quanto è successo deve farci riflettere anche sul principio del garantismo da applicare che non può essere seguito secondo le stagioni”.
Alla conferenza stampa era atteso anche il segretario regionale del Pd, Ernesto Magorno, impegnato a Reggio con il premier Matteo Renzi. Magorno ha fatto pervenire un sentito messaggio di soddisfazione per l’assoluzione di Bruno.