Sviluppo, il “sistema Calabria” commissaria la politica
Oltre 8 imprenditori su dieci dichiarano l’incapacità dei vari livelli istituzionali di incidere sulle politiche di sviluppo economico e sociale calabresi. Partiti e Regione al top della sfiducia con oltre il 90 per cento di giudizi negativi del tessuto imprenditoriale.
La congiuntura economica si muove ancora nel segno della crisi per fatturato, produzione, ordinativi e investimenti. Migliora l’indice di fiducia economico per il prossimo anno. È quanto emerge dal consueto rapporto annuale BCC Mediocrati - Demoskopika sull’andamento dell’economia locale.
L’analisi del sentiment degli operatori economici calabresi non lascia spazio a dubbi: permane una situazione di difficoltà per il tessuto imprenditoriale locale che sembra ancora incanalato nel tunnel della crisi mostrando solo cenni di ripresa dopo i pesanti effetti della grave recessione economica. Sul piano prospettico, misurato dal consueto indice di fiducia, secondo le previsioni formulate dagli operatori economici locali, la grave crisi economica continuerà il prossimo anno anche se sarà meno intensa dell’anno precedente. Sembrano intravedersi, dunque, timidi segnali di miglioramento ma non ancora sufficienti ad imboccare la ripresa economica regionale. Nel sistema delle responsabilità, l’inadeguatezza dei soggetti politici ed istituzionali è indicata “a furor di popolo”, a tutti i livelli decisionali e di rappresentanza. È il quadro che emerge dal consueto rapporto annuale sull’economia locale a firma Bcc Mediocrati e Istituto Demoskopika.
"Il grave clima di sfiducia – dichiara il presidente della Banca di Credito Cooperativo Mediocrati, Nicola Paldino - non fa che alimentare le difficoltà del tessuto imprenditoriale in grande affanno che si trova ancora ad affrontare un percorso impegnativo, di lentissima salita, nell’uscita da una crisi economica divenuta epocale e molto difficile da superare. La decima edizione del Rapporto viene celebrata con la presenza di un secondo focus, un vero e proprio rapporto sul microcredito in Calabria negli anni dal 2004 al 2014. In questo caso l’istantanea che ne scaturisce ha i suoi punti di luce: la Calabria, infatti, è la sesta regione d’Italia per numero di programmi attivati; la quarta per numero di prestiti; la prima per ammontare medio. L’intero rapporto – ha concluso il presidente della Banca di Credito Cooperativo Mediocrati, Nicola Paldino – diviene la fotografia di una realtà che impone a tutti i protagonisti economici ed istituzionali di valutare a fondo le potenzialità interne ed esterne al sistema e di scegliere le misure da adottare in concreto per ridare fiato e prospettive alle nostre imprese, ai lavoratori e alle famiglie della nostra provincia".
"I dati - precisa il Direttore dell’Istituto Demoskopika, Nino Floro - pongono in evidenza il basso tasso di fiducia che gli imprenditori accordano a tutti i livelli e in particolar modo alle istituzioni locali, organi di governo regionale, provinciali e comunali e ai partiti quali strutture tradizionali del consenso politico. Una sfiducia che sembra tagliare trasversalmente tutti i settori dell’economia e dell’intera società civile. Una distanza nei confronti della rappresentanza istituzionale vista come il principale ostacolo alle politiche di rilancio economico regionale. In questo quadro – conclude il Direttore dell’Istituto Demoskopika, Nino Floro – diventa fondamentale la messa in campo di un’agenda istituzionale che, intercettando concretamente la programmazione delle risorse comunitarie, sia capace di riaccendere le speranze del sistema imprenditoriale calabrese attraverso prioritariamente il sostegno agli investimenti, la riduzione della pressione fiscale e la produzione di occupabilità".
Fiducia nella “politica”: in coda Regione, Provincia e partiti politici. Bene il Capo dello Stato. Il primo dato che emerge in maniera abbastanza evidente è il basso livello di fiducia che gli imprenditori accordano a tutti i livelli istituzionali: l’indice medio di fiducia relativo alle istituzioni politiche risulta pari al 14,8%, valore medio, questo, dato dalla somma delle risposte positive “abbastanza” (11,7%) e “molta” (3,1%) fiducia. Sul fronte opposto, ben l’84,7% delle indicazioni riguardano i giudizi più negativi e di insufficienza di “per niente” (50,1%) e “poca” fiducia” (34,6%). Con valori al di sopra del valore medio troviamo, al primo posto il Presidente della Repubblica con il 26,2% dei consensi, al secondo e al terzo le istituzioni Europee e il Governo Nazionale rispettivamente con il 21,4% e 19% dei casi, a seguire, tra le istituzioni locali spicca il dato del comune (17,2%) che è quarto nella graduatoria relativa alla fiducia espressa ai diversi livelli istituzionali. Il Parlamento si posiziona al di sotto del valore medio con l’11,6% insieme alla provincia con l’11,3% e ancora più in basso nella graduatoria un’altra istituzione locale importante, la Regione, con appena il 7% di crediti. A chiudere la graduatoria, i partiti politici che ottengono la fiducia di appena il 5% degli imprenditori intervistati.
Fiducia in altre istituzioni: svettano Forze dell’ordine, associazioni di volontariato e Chiesa. Alla grande fiducia accordata alle Forze dell’ordine e alle associazioni di volontariato corrisponde il senso di lontananza avvertito nei confronti dei sindacati (14,4%), del sistema bancario (20,3%) e delle associazioni di categoria (29,1%). In generale la ricerca ha rilevato che con valori al di sopra della media che il 70,5% degli imprenditori ripone “molta” e “abbastanza” fiducia nelle forze dell’ordine, il 61,7% nel volontariato e il 57,8% nelle istituzioni religiose. In una posizione intermedia si colloca la magistratura con poco più di un terzo dei consensi positivi (36,5%), seguita dalle associazioni di categoria (29,1%), in coda alla graduatoria il sistema bancario e i sindacati rispettivamente con il 20,3% e il 14,4%.
Le priorità dell’agenda: pressione fiscale e finanziamenti alle imprese per uscire dalla crisi. L’agenda della politica verso le imprese, dovrebbe mettere al primo posto la riduzione della pressione fiscale sulle imprese, con il 51,7% delle dichiarazioni, seguita dalla necessità di essere sostenuti tramite finanziamenti diretti soprattutto in questo periodo in cui gran parte delle aziende risultano in crisi (38,3% delle risposte).
Altre priorità non meno importanti che devono essere previste a livello regionale e nazionale sono concentrate sul miglioramento delle condizioni di accesso al credito (17% delle risposte), riduzione del peso degli adempimenti amministrativi a carico delle imprese (14,4%), ma anche potenziare le infrastrutture fisiche (11,8% delle risposte) e i servizi avanzati a sostegno della produzione e dei servizi (10% delle risposte). Si tratta di temi importanti sui quali la nostra politica ha sommato negli anni ritardi altrettanto rilevanti. In questo scenario, compito della politica economica dovrebbe essere quello di contribuire a ridurre il clima di incertezza indicando precisi obiettivi da raggiungere, il percorso da seguire per il loro relativo raggiungimento e le risorse finanziarie necessarie.
Andamento economico: migliorano le aspettative per il prossimo anno. L’indice di fiducia generale dopo tre anni (2011-2013) di forte peggioramento che ha visto toccare nel 2013 il suo punto di minimo storico (40,9), nel 2014 inverte la sua tendenza registrando un rilevante miglioramento pari a ben 21,1 punti portandosi a quota 62 punti e tornando ai livelli del 2009. Ricordiamo che nei 7 anni di rilevazione proprio nel 2009 si era registrata un miglioramento dell’indice (7,6 punti) che è proseguito anche nel 2010 (+4,7%). Nel 2011 inizia la discesa, -3,4 punti dal 66,7 al 63,3, prosegue nel 2012 con una flessione rilevante di ben 10,1 punti (l’indice si attesta al 53,2), e continua nel 2013, con una diminuzione ancora più marcata pari a 12,2 punti percentuali facendo registrare il suo valore più basso, 40,9.