Musica, Patti Smith incanta il Politeama

Catanzaro Tempo Libero
Patti Smith

Crocifisso di legno al collo, anfibi e jeans chiari. E la sua capigliatura ormai bianca. Si è presentata così Patti Smith sul palco del Politeama per il concerto in chiave acustica eseguito con i figli Jesse Paris e Jackson. Due ore di musica e parole in un unico file rouge: l’amore. Quello per Fred (Smith, il marito scomparso nel 1994), per i figli (Jessica Paris e Jackson che suonano con lei sul palco) e per gli amici scomparsi troppo presto, come Lou Reed al quale dedica “Perfect day”. Un amore che travalica i confini di tempo e di spazio e che si radica nella dedica a John Lennon (per il trentaquattresimo anniversario del suo assassinio) con “Beautiful boy” e ad Amy Winehouse, alla cui memoria dedica l’accorato requiem “This Is The Girl”.

Il 10 dicembre al Politeama il pubblico ha la sua età, canta sotto il palco “Because the night”, “People have the power”, per poi ascoltare in una trans spirituale le parole della cantante che ripropone in due ore di concerto il suo vasto repertorio. Patti condivide uno spazio intimo e familiare con gli oltre 700 paganti arrivati al Politeama e con le persone che le sono vicine tanto artisticamente, quanto nella vita. Poco importa se sbaglia l’attacco della canzone, se la figlia si alza dal pianoforte perché troppo emozionata, e se lei, la sacerdotessa maudit si scusa per i piccoli errori, perché Patti, l’amica di Andy Warhol e Robert Mappelthorpe riesce a emozionare.

Tanto con i pezzi dell’ultimo album “Banga”, pubblicato due anni fa e dedicato a personaggi storici o della contemporaneità, quanto con le canzoni storiche. “Gloria” di Van Morrison interpretata a sorpresa, perché richiesta dal pubblico, una poesia incastonata in sonorità blues, “A love supreme” di John Coltrane intonata in occasione dei “50 anni dalla sua scomparsa”. In “Redondo Beach” canta il suicidio di una ragazza, con ritmo reggae addolcito dalla chiave acustica scelta per il mood del concerto, regala nove minuti di “Birdland” che, scritta sulla base del racconto di Peter Reich, narra la storia di bambino che vede a bordo di un’astronave il padre morto da tempo.

Il climax “mistico” del concerto si concentra nei quasi cinque minuti di “Pissing In A River”, un’elegia cupa e solenne, che si snoda tra l’apertura melodica, e i cori minacciosi. Poi è la volta di “Ghost Dance“, incentrata sul dramma e sulla “resurrezione” dei nativi americani. Patti decide di aprire con la canzone dedicata a “Sonic” “Frederick”, brano contenuto nell’album Wave. Amore allo stato puro per l’uomo della sua vita.