Bonifica Sin. Tar dà ragione a Regione, Comune e Provincia: a Crotone nessun rifiuto
Il Tar dà ragione alla Regione Calabria, annullando il decreto del Ministero dell’Ambiente e l’ordinanza del Commissario straordinario Emilio Errico che indicavano in Crotone il luogo preposto per lo smaltimento dei rifiuti generati dai lavori di bonifica dell’area Sin del capoluogo pitagorico.
L’ente ha dunque vinto il ricorso davanti al Tribunale amministrativo di Catanzaro, presentato mesi fa per stoppare l’utilizzo delle discariche crotonesi per lo stoccaggio, appunto, dei rifiuti derivanti dalla bonifica eseguita dalla Eni Rewind.
“Lo abbiamo detto e ripetuto: Crotone non deve essere considerata la discarica d’Italia. Siamo consapevoli di aver toccato, con questa nostra iniziativa politica e amministrativa, enormi interessi. La tutela dei territori e dei cittadini è la stella polare che ci ha guidato in questa difficile battaglia di civiltà”, ha commentato a caldo il governatore Roberto Occhiuto.
L’opposizione degli enti
La sentenza è stata depositata nel pomeriggio di oggi. Anche il Comune e la Provincia pitagorica avevano ricorso al Tar opponendosi al progetto stralcio presentato della stessa Eni Rewind l’1 agosto 2024 e l’ordinanza del Commissario Errigo con il quale era stato imposto d’imperio il conferimento dei rifiuti presso la discarica di Columbra (QUI), di proprietà della società privata Sovreco, azienda che fa capo ai fratelli Raffaele e Gianni Vrenna.
Il bypass del Paur
Accogliendo le censure proposte dagli enti, il giudice amministrativo ha accertato come il provvedimento ministeriale fosse caratterizzato da “contraddittorietà e perplessità dell’azione amministrativa e difetto di istruttoria”.
È stato ritenuto un atto che presenta elementi di cripticità, incoerenza, contraddittorietà, illogicità e perplessità dell’azione, “confezionato per bypassare i limiti imposti dal Paur”.
Sempre secondo il Tar l’atto “non risponde ai canoni della tipicità e della nominatività dei provvedimenti amministrativi” rilevando che “l’ingerenza nella competenza regionale determina una violazione del principio di legalità dell’azione amministrativa”.
Il destino dei rifiuti
Quanto al provvedimento del generale Errigo, lo stesso viene annullato perché il tribunale ha ritenuto che “l’azione del commissario non può spingersi sino alla definizione degli aspetti inerenti il destino finale dei rifiuti”.
Così come - sempre secondo il Tar - “appare evidente come l’ordinanza commissariale, con le proprie indicazioni prescrittive, sia andata direttamente ad incidere sui contenuti del progetto operativo di bonifica, intervenendo su poteri già esercitati dal Ministero dell’ambiente, nella sede naturale della conferenza di servizi e disciplinati dall’art.252 del codice dell’ambiente, individuando soluzioni come l’uso dei depositi preliminari come depositi temporanei ed il conferimento presso la discarica della Sovreco non adottati espressamente nelle sedi competenti e sostituendosi, pur non essendo rimasto il MASE inerte, all’Amministrazione delegante”.
Punti fermi al dialogo
“Da una prima lettura a caldo delle 39 pagine di questa sentenza, ne esce pienamente riaffermato il principio di legalità dell’azione amministrativa, violato attraverso il provvedimento ministeriale ed il provvedimento commissariale che erano stati emessi” affermano a loro volta il Sindaco di Crotone, Vincenzo Voce, ed il Presidente della Provincia, Sergio Ferrari.
“Questa sentenza – proseguono - non risolve definitamente quello che dallo stesso Tar è ritenuto un problema di immane complessità, ma mette dei punti fermi sulla prosecuzione del dialogo interistituzionale in atto ai fini della risoluzione del problema sulla base, così come riferisce la sentenza ‘di un procedimento coerente, sentite tutte le parti interessate’. Proseguiremo insieme al Presidente Occhiuto, che ringraziamo per il contributo decisivo, a sostenere questa battaglia di legalità nell’interesse del territorio” concludono Voce e Ferrari.