Interessante Workshop ieri al museo Civico di Rende
Ripartire dal centro storico guardando al territorio che lo circonda e costruire intorno ad esso modelli aperti all'area urbana e non solo: appare chiaro il messaggio lanciato lo scorso venerdì dal workshop "Fare R(r)ende" che si è tenuto al Museo Civico ed ha visto la partecipazione del Comitato Matera 2019.
E la città ha risposto all'appello lanciato dall'assessora Marina Pasqua affinché la spinta verso la rivitalizzazione del centro storico fosse anche pulsione verso un nuovo modo di amministrare la cosa pubblica.
Dagli interventi è emerso chiaro l'obiettivo di rendere il borgo antico di Rende ri-vivibile attraverso azioni di progetto partecipato e di crescita collettiva.
"È questo -ha affermato l'avvocata- il primo di una serie di momenti di riflessione corale che non devono concludersi oggi: bisogna continuare a scrivere la storia della nostra città seguendo modelli virtuosi, valorizzando i beni e le menti che la compongono e caratterizzano.".
La storica dell'arte Giovanna Capitelli -che ha voluto sottolineare come fosse la prima volta che si trovasse a parlare ad un evento non legato a campagne elettorali, ma scevro da slogan e segnato da un intento sincero- ha detto:"La città storica è una macchina per pensare: attraverso l'esperienza si può sapere cosa ci ha preceduto e dove ci troviamo.". In tal senso i musei, di cui il borgo antico è ricco, diverrebbero strumento necessario per indagare e conoscere la città: la socializzazione dei contenuti, l'apporto delle giovani generazioni ed il turismo farebbero sì che il motore della cultura possa far ripartire l'economia: "La cultura non ha i tempi della politica: la cultura si misura in generazioni", ha concluso la docente dell'Unical.
E non poteva che essere l'Università al centro della discussione poiché nodo focale da cui far ripartire il centro storico: sia la Capitelli che il sociologo Tullio Romita hanno espresso forte la volontà di riportare l'Unical e chi la vive nel borgo antico: "Bisogna ripartire -ha affermato il docente- dagli studenti creando focus group. Ma bisogna anche creare una rete capace di costruire brand territoriali così da realizzare la città postmoderna.".
Gabrio Celani che, dietro la spinta di Bologna, realizzò nel 1978 il primo piano di recupero italiano a Rende, ha invece parlato di rigenerazione e non più di riqualificazione: "Se c'è la volontà politica -ha affermato l'architetto- si può ripartire rigenerando la funzione urbana, rivedendo il concetto di città stessa, creando un ambiente umano che nulla ha a che fare con l'habitat artificiale creato dall'uomo: allora potremmo persino riappropriarci degli spazi del silenzio.".
La comunicazione gioca un ruolo fondamentale in tale processo così come ha precisato il designer Aldo Presta: "Il processo comunicativo è il punto da cui si deve partire e non arrivare. Bisogna in quest'ottica costruire dispositivi reali che siano in grado di mettere in moto la stessa credibilità del processo.".
In tal ottica "fare rete" diviene necessario: Simona Sità di Aniti/Impresa Sociale ha parlato dell'esperienza di Risorgimenti Lab piattaforma per riattivare la partecipazione civica ed ha lanciato la proposta di mappare i beni privati e pubblici inutilizzati del centro storico per costruire insieme un progetto di innovazione sociale.
Università, area urbana e capacità di produrre reddito sono stati i temi da cui il direttore di Confindustria Cosenza, Sarino Branda, è partito per parlare di rivitalizzazione del centro storico.
Hanno concluso il dibattito Rita Orlando e Massimiliano Burgi del comitato Matera 2019: l'esperienza della città lucana che da un piccolo gruppo di giovani è partita nel 2008 per arrivare alla candidatura come capitale europea della cultura è insieme suggestiva ed educante: "Tutto è nato -ha affermato Orlando- dal basso, ma è stata la sinergia con le istituzioni ad alimentare il processo partecipato.".
Strutture orizzontali, pulsioni e partecipazione hanno permesso, quindi, la costruzione dell'abitante culturale: non meri concetti, ma veri e propri processi in divenire capaci di mutare il concetto di cittadinanza: "La città - ha affermato l'architetto- è non solo di chi la vive quotidianamente, ma è anche di chi l'attraversa.".
Burgi, tra i fondatori di quel piccolo laboratorio divenuto poi vero e proprio comitato, ha concluso parlando sì di turismo, ma non di massa, capace di valorizzare radici e percorsi culturali: "Bisogna però -ha proposto l'architetto- rovesciare l'antico modello del tenere tutto per sé: Matera deve essere e sarà porta di tutto il sud ed insieme produrremo cultura.".
Dopo l'intervento dell'assessore alla cultura Vittorio Toscano, il sindaco Marcello Manna ha affermato come il centro storico debba essere:"attrattore di cultura, ma altro dall'area urbana della quale deve divenire motore pulsante".
Il primo cittadino ha sottolineato come il problema dei trasporti urbano sia fortemente sentito: "Rende, nonostante la vastità del suo territorio, non ha un proprio trasporto urbano e questo sicuramente ci penalizza e non poco: la mobilità è un tema che va affrontato con la massima priorità.".
Manna, auspicando un rapporto sinergico con Matera ha, infine, posto l'accento su come l'area urbana, e non solo, debba dialogare con le aree circostanti: "Affinché tale processo si metta in moto è necessario l'apporto di tutto il territorio.".
Il sindaco ha infine annunciato che a breve all'interno del castello tornerà l'Università: "L'apporto di Arcavacata non è solo un valore aggiunto, ma è per noi vitale: riporteremo qui l'Università svolgendo le cerimonie di laurea e riportando qui la ricerca.".
Il percorso da intraprendere, dunque appare già delineato e, di certo, Rende ripartirà dal suo centro storico.