Platania. Bambini dell’Oratorio regalano un sorriso agli ammalati
“Grazie bambini per il regalo e per questa visita molto gradita, e grazie di cuore anche alle vostre responsabili per la sensibilità e l'amore che vi insegnano”. Con queste parole Maria Rosa, a nome di tutti gli ammalati di Platania, ha ringraziato i bambini dell’Oratorio Benedetto XVI “Un tesoro per tutti” che nei giorni scorsi hanno visitato gli ammalati del paese portando loro un caloroso augurio per un felice natale e in dono una piccola rappresentazione della Sacra Famiglia decorata con le loro mani.
«Questa importante esperienza– commenta la responsabile dell’Oratorio Maddalena Cimino – ha consentito ai bambini di comprendere e vivere i veri valori di amore, solidarietà, condivisione e di rispetto verso gli anziani ai quali hanno regalato gioia e sorrisi». «Il mistero della natività – aggiunge il parroco don Pino Latelli – spinge alla solidarietà in quanto, come affermava Madre Teresa di Calcutta, “Natale è ogni volta che sorridi a un fratello e gli tendi la mano”. Natale – conclude il sacerdote – è ogni volta che permettiamo al Signore di rinascere per donarlo agli altri e perciò valorizziamo sentimenti di solidarietà soprattutto verso i poveri e i bisognosi».
Nel corso della visita i bambini sono stati accanto ad ogni ammalato con nelle mani il loro cuore piccolo ma gonfio di affetto e di compassione e hanno dedicato loro le bellissime parole proferite da Papa Francesco in occasione della Festa dei nonni: «I nonni sono la saggezza della famiglia, sono la saggezza di un popolo. Un popolo che non ascolta i nonni è un popolo che muore».
«Una significativa esperienza educativa, - conclude monsignor Giuseppe Ferraro, entusiasta dell’iniziativa, – attraverso la quale i ragazzi dell’Oratorio Benedetto XVI “Un tesoro per tutti” sono saliti in cattedra insegnando che natale è stare vicino e strappare un sorriso a chi versa, tante volte, nella sofferenza e nella solitudine. L’esempio dei Bambini – conclude il Prelato - sproni anche noi sacerdoti a vivere in fraternità, comunione e solidarietà soprattutto con i confratelli ammalati».