Morano Calabro: nonno Alberto Vitola raggiunge il traguardo dei cento anni
Cent’anni compiuti. E continuare a guardare al futuro con fiducia. Alberto Vitola, classe 1915, nato il 1° gennaio di un anno tragico per l’Italia e l’Europa, nel giorno in cui il mondo accoglie il nuovo anno tra sollazzi e giochi pirotecnici, ha vissuto il suo genetliaco circondato dal calore della famiglia, quattro figli e una pletora di nipoti - che praticamente lo adorano - e dagli onori civili recati dal sindaco Nicolò De Bartolo nella sua veste di rappresentante della comunità moranese.
Il primo cittadino ha consegnato al maturo e lucidissimo compaesano una targa ricordo rivolgendogli parole affettuose e di singolare ammirazione, «per aver – così ha detto De Bartolo - affrontato coraggiosamente la trama faticosa della vita. Un cammino lungo, costellato di sacrifici, ma non privo di gioie e soddisfazioni derivanti dalla serenità di un ménage quotidiano fondato su grandi valori e sostenuto dall’amore per i figli e per l’indimenticata moglie».
E sono stati proprio loro, i figli, Agnese, Domenica, Franca, Antonio, e i tanti nipoti, che hanno voluto e saputo imprimere sulla ricorrenza lo stigma di un riconoscimento ufficiale, riunendo tutta la numerosa famiglia in un noto locale del posto ed incoronando con omaggi cordiali il veterano patriarca, vincitore di tante battaglie combattute spesso dalle retrovie, secondo le vicissitudini e le situazioni, ma sempre illuminiate dall’alto senso del dovere.
«Nonno Alberto – ha osservato De Bartolo – ha dato alla nostra terra e alla collettività locale un valido contributo; impegnandosi con umiltà, lavorando con impegno e superando le difficoltà di tempi difficili, come gli anni del secondo conflitto mondiale e del dopoguerra, quando riuscire a garantire un pasto alla famiglia era assai problematico. Nell’esprimere i nostri auguri a nonno Alberto, con il conferimento dell’insegna istituzionale, abbiamo voluto additarlo a paradigma per le nuove generazioni e per quegli uomini e quelle donne che invece si arrendono alle avversità. V’è un altro aspetto che preme richiamare in questa occasione: la longevità che nel nostro borgo sta divenendo quasi ordinaria. Altri concittadini hanno infatti già salutato il secolo di vita e altri si apprestano a farlo. Segno inequivocabile che a Morano si vive di più e meglio. Provare per credere».
Lui, nonno Alberto, riservato ma non schivo, ci ha raccontato degli anni trascorsi in Grecia da prigioniero di guerra e lavoratore, dei suoi amati figli, dei nipoti che vanno a visitarlo spesso, delle chiacchierate estive con gli amici del vicinato, e di tanto altro. Ma ci fermiamo qui. Dopo aver annotato sul taccuino i caratteri della grande lezione impartita dal seme buono della generosità e dell’esperienza, dei nobili sentimenti meridionali, gettato sul fertile terreno della condivisione operosa e benevola, tipica delle famiglie perbene.