Fondi Ue: migliorare capacità spesa Calabria, seminario a Reggio
Si sono concluse le attività di ricerca sul tema: "Come normalizzare le procedure di spesa dei fondi europei" coordinata da Domenico Marino, docente dell' Università Mediterranea di Reggio Calabria, e da Maurizio Priolo dottore di ricerca in Economia aziendale ed in atto Dirigente del Consiglio regionale della Calabria.
Dopo un primo lavoro dal titolo: "Il rafforzamento delle capacità istituzionali di governance regionale e territoriale" i ricercatori calabresi hanno affrontato il delicato tema dei fondi strutturali in Calabria, analizzando con scopo normativo le difficoltà di spesa nei cicli di programmazione 2000-2006, 2007-2013 e le prospettive future della nuova programmazione 2014-2020.
"La ricerca, che - spiega una nota - verrà pubblicata nei prossimi mesi da una casa editrice di rilevanza nazionale, non si limita solo ad informare sulle opportunità di finanziamento dei fondi europei per il prossimo settennio, ma svolge una puntuale analisi delle criticita' emerse in sede di attuazione della spesa dei fondi e delle possibili soluzioni correttive. Pure non mancando una chiara esposizione delle caratteristiche di funzionamento dei fondi per la politica di coesione, il fondo europeo per lo sviluppo regionale, il fondo sociale europeo, il fondo europeo per lo sviluppo rurale, il lavoro - è scritto - si incentra in modo particolare sulla corretta metodica da seguire per "normalizzare" il processo di spesa regionale dei fondi europei". Nella prima parte della ricerca, si fa rilevare, " sono evidenziate le contraddizioni presenti nel precedente periodo di programmazione in cui a fronte della necessità di concentrare le risorse europee su progetti strategici per il territorio regionale si sono confezionati programmi con un numero esorbitante di obiettivi e di linee di intervento (ben122 nel solo Fesr)". Si è posto poi in evidenza il "frequente disallineamento tra offerta di incentivi e domanda di agevolazione delle imprese" registrato per molti interventi programmati. "Un disallineamento innanzitutto "finanziario" - è spiegato - prodotto dall'esiguo numero di domande presentate dalle imprese su alcuni regimi di aiuto che ha portato i soggetti responsabili a riprogrammare e rimodulare il programma con spostamenti di risorse finanziarie da un obiettivo all'altro. Un disallineamento registrato anche in termini temporali, considerato che la fruizione degli incentivi è stata influenzata negativamente dalla lentezza rilevata dall'avanzamento del programma". La ricerca si è incentrata nella seconda parte sulle possibili novità e sui correttivi da introdurre nella nuova programmazione.
"Tra esigenze di nuove competenze professionali e di maggiore innovazione nella progettualità - continua il comunicato - il lavoro pone l'accento sulla necessità di partire con il rafforzamento delle capacità istituzionali ed amministrative del sistema della pubblica amministrazione regionale e locale (Regione, Province, Comuni, Enti pubblici regionali e locali). Si è proseguito poi con la necessità di riformare in modo strutturale la procedura di spesa, ammodernando l'ordinamento regionale con nuove leggi capaci di individuare regole e procedure più chiare e trasparenti per l'accesso alle agevolazioni".
Nella parte finale sono state presentate altre esperienze regionali in Italia ed in Europa mettendo in evidenza le eccellenze raggiunte in materia di spesa di fondi europei in altri contesti territoriali. La ricerca ha messo in evidenza i rischi che derivano dalla riproposizione di un modello di programmazione "vecchio e obsoleto che punta tutto - si sottolinea - su bandi ad hoc per ogni condizionalita' cosa che, oltre a rallentare la spesa, rende ingestibile in un'ottica strategica l'intero programma. Bisogna, quindi, evitare - è il suggerimento emerso dai lavori - di polverizzare la spesa in decine di migliaia di progetti, sostanzialmente slegati fra di loro e disomogenei territorialmente, facendo perdere gran parte delle potenzialità di sviluppo di questa spesa. Dare maggiore efficienza ed efficacia agli investimenti finanziati sui Fondi Strutturali, in Calabria - si fa rilevare - è una delle piu' grandi sfide che sarà chiamato ad affrontare il nuovo governo regionale e, in questo senso, la ricerca si propone l'obiettivo di cercare di risolvere il nodo centrale che è costituito dal trade off tra governance locale e controllo centrale che va valutato e gestito in maniera storicamente contingente, suggerendo un corretto rapporto fra i due livelli che deve variare per adattarsi al cambiamento del contesto sociale, economico e territoriale. Rendere efficiente, equo e trasparente il meccanismo di gestione dei Fondi Strutturali - è la conclusione - è un obiettivo imprescindibile se si vuole effettivamente contribuire al rilancio economico di questo territorio, segnando una discontinuita' forte con il passato e sui risultati prodotti in questo campo si giocherà la credibilità dell'intera futura classe dirigente regionale".