Monsignor Satriano a Corigliano, presto una nuova chiesa
Il tour pastorale del neo vescovo Monsignor Giuseppe Satriano prosegue spedito. Nei giorni scorsi il pastore della diocesi Rossano Cariati, eletto nello scorso mese di ottobre, ha fatto visita alla parrocchia di Papa San Giovanni XXIII a Corigliano.
Nella parrocchia del saggio parroco Don Vincenzo Longo, allo scalo di Corigliano, il vescovo è stato accolto da tante lucine. Comunità parrocchiale che ha avuto modo di incontrare e conoscere monsignor Satriano. Vescovo, di origini pugliesi, fisicamente imponente ma da un sorriso dolce che ha attirato l’attenzione di tutti durante la celebrazione eucaristica. Parole semplici e dirette a tutti i presenti con spunti di riflessione precisi.
L’invito esplicito nell’essere cristiani nella vita di tutti i giorni, in mezzo alla gente e nelle attività che ognuno svolge. Come simbolo della sua venuta il pane: “Come Gesù spezzo il pane e lo diede agli Apostoli offrendo la sua vita a tutti noi, così noi dobbiamo offrirci agli altri quotidianamente con semplicità”. A margine delle messa monsignor Satriano ha raccontato esperienze personali delle missioni in Kenya. Attraverso un episodio illustrato ha evidenziato l’importanza dell’ascolto degli altri, basilare nel rapporto tra le persone al fine di superare incomprensioni e istaurare un dialogo vero e proficuo.
Riferimento particolare ai genitori nel rapporto con i figli oggi più che mai fondamentale nella società moderna. Non sono mancati ringraziamenti, da entrambi le parti, specie nei confronti del lavoro svolto dal sacerdote Longo. Accennata anche la costruzione di una nuova chiesa, visto il quartiere giovane, popoloso e in via d’espansione, che dovrebbe prendere il via nei prossimi mesi. Messa concelebrata anche da un altro storico parroco dello scalo cittadino come Don Flaminio Ruffo. Momento di incontro che rappresenta solo il proseguo del cammino religioso e di vita a cui ha auspicato Monsignor Satriano a cui è stata donata, dalla parrocchia, una statuetta di San Papa Giovanni XXIII.