Carmelo Cozza (SUL) su difficoltà pendolari servizi Trenitalia
"C’è un diritto alla mobilità che nella nostra regione viene continuamente mortificato. Treni fatiscenti, soppressioni, guasti, continui ritardi, copertura parziale di intere zone con orari che troppo spesso non vanno incontro alle reali esigenze dell’utenza." E' quanto si legge in una nota di Carmelo Cozza SegretarioRegionale Sul Calabria.
"Tali anomalie - si legge ancora - erano state ben sottolineate nelle linee guida del Piano Regionale dei Trasporti deliberate dalla Giunta Regionale il 05/08/2013 dove veniva testualmente riportato che “Il Piano Regionale dei Trasporti è uno strumento indispensabile per attuare una strategia unitaria, con forte approccio integrato, per il governo del sistema di trasporto calabrese. In assenza di tale strumento le azioni che sono state intraprese negli anni hanno generato un sistema che si è sviluppato in maniera disarticolata sulla base anche delle spinte localistiche, con il conseguente dispendio di ingenti risorse. Il risultato è un sistema di trasporto inefficiente ed inefficace, caratterizzato da un livello di offerta inadeguato a soddisfare le reali esigenze di mobilità delle persone e delle merci. L’impatto - conclude la nota - negativo si estende al sistema delle attività regionale, essendovi una stretta interdipendenza fra la mobilità di persone e merci e le attività sociali, economiche e culturali”.
Poco si è fatto però in tal senso. Si pensi ai collegamenti della fascia ionica, agli orari dei traghetti da e per Messina, ai lavoratori del porto di Gioia Tauro ignorati completamente, oppure ai collegamenti da Paola a Cosenza per intercettare gli studenti che devono raggiungere l’Università della Calabria (1 solo treno alle 7.28, il successivo è alle 12.18!!) per arrivare alle nuove modifiche di orario che andranno in vigore dalla prossima settimana dopo che gli orari ufficiali avevano subito modifiche sostanziali appena un mese fa. Modifiche che andranno a penalizzare centinaia e centinaia di lavoratori e studenti pendolari che da Cosenza e da Paola devono ogni giorno raggiungere Lamezia, Vibo, Gioia Tauro o Reggio Calabria. Si anticipa, infatti, di ulteriori 20 minuti il treno regionale 8452/8453 portandolo a partire da Cosenza alle 6.20 e da Paola alle 6.51 dopo che il medesimo servizio era già stato anticipato di 20 minuti con partenza oggi alle ore 7.10 da Paola (prima del 15 dicembre era previsto addirittura alle 7.30), creando un buco di servizi ancora più evidente nella fascia mattutina dato che il treno successivo parte solo alle 12.10.
Numerose petizioni, su quest’ultima anomalia riscontrata, sono già state inoltrate nei giorni scorsi a Trenitalia e all’esame dei fatti sono rimaste completamente inascoltate, anzi, per tutta risposta sul sito di FS News si legge la nota datata 13 gennaio 2015 di seguito riportata che mortifica ulteriormente le esigenze sin qui manifestate “Le variazioni, approvate dal Dipartimento Trasporti della Regione Calabria, sono state concordate dalle Direzioni Regionali di Trenitalia e Rete Ferroviaria Italiana con Associazioni e Comitati dei pendolari. I provvedimenti interesseranno l’offerta commerciale di Trenitalia sulle linee calabresi gestite da RFI e sono stati adottati per meglio rispondere alle esigenze di mobilità, in particolare quelle del versante ionico attraversato dalla Sibari - Catanzaro - Reggio Calabria”.
Ma quali sono queste Associazioni e Comitati di pendolari quando le richieste sono di segno assolutamente opposto? Che senso ha anticipare un servizio (40 minuti in due mesi) se nelle 5 ore consecutive non ce ne sono altri neanche per andare a prendere un aereo a Lamezia Terme?
Per i motivi su esposti abbiamo chiesto un urgente incontro di merito alla Direzione Regionale di Trenitalia unitamente al Dipartimento dei Trasporti della Regione Calabria che, secondo la nota su riportata, avrebbe avallato tali modifiche al fine di analizzare e normalizzare le tante anomalie segnalateci, manifestando tutta la nostra solidarietà ai pendolari che quotidianamente attraverso le loro esigenze di mobilità contribuiscono alle casse dell’azienda Trenitalia e che per tale motivo meriterebbero ben altra considerazione.