Ha favorito la latitanza dello spacciatore Presta: un anno di reclusione per Molino
Si è tenuta stamattina l'udienza relativa all'arresto di Molino Remo classe 1964, bracciante agricolo, incensurato. L'uomo era stato notato guidare di notte a fari spenti nel tentativo di passare il più inosservato possibile ma alla vista dei militari che lo avevano individuato si è dato ad una precipitosa fuga destinata a terminare grazie alle manovre della pattuglia. Dal lato passeggero della sua macchina era stato visto scendere un giovane che è stato inseguito nella campagne ma che è riuscito a far perdere le proprie tracce.
L’uomo è stato riconosciuto dal militare come Giuseppe Presta, ricercato per spaccio di sostanze stupefacenti nell'ambito della recente operazione Santa Tecla. Molino ha scelto un rito premiale, il patteggiamento. Infatti non si è tenuta l'udienza di convalida ma direttamente il dibattimento nel corso del quale sono stati resi pubblici ulteriori dettagli della vicenda. Innanzitutto non è passata inosservata la presenza dell'avvocato Esbardo, legale di fiducia della famiglia Presta e difensore per l'occasione del Molino. È emerso altresì che la famosa notte nell'auto del Molino erano presenti due borsoni con gli effetti personali del Presta, evidentemente destinati a rendere meno dura la latitanza. Ma questo elemento oltre al riconoscimento del ricercato ha inchiodato il Molino.
Magliette, pantaloni, berretti ed occhiali sono stati riconosciuti come appartenenti a Giuseppe Presta. A questo punto Molino ha tentato di professare la propria innocenza negando l'evidenza. Sostenendo che dei borsoni non sapeva nulla, che fosse in macchina da solo. La cosa lascia sconcertati, perché emerge un'immagine di Roggiano Gravina connivente e criminale. Infatti, evidentemente, il ricercato era in paese, tanto che i carabinieri hanno effettuato diverse perquisizioni domiciliari alla ricerca dei soggetti, dove nessuno l'ha notato, anzi lo hanno coperto e persone come il Molino, lavoratore ed incensurato, si è prodigato tanto per agevolare un delinquente, un ricercato, arrivando a negare l'evidenza dei fatti postagli dinanzi, senza fornire alcun elemento utile, anzi continuando a coprire il Presta. Ed è proprio questo clima che determina le situazioni di illegalità che tanta parte sana della popolazione cerca di combattere.
Altra circostanza strana è che la famosa notte, dopo il fermo del Molino sono stati visti entrare in caserma a Roggiano Gravina, dove l'uomo era stato portato, i familiari ed il legale del Presta, probabilmente convinti che lì vi fosse anche il ricercato. Evidentemente la notizia del fermo si è diffusa subito, qualcuno ha visto qualcosa e si è preoccupato subito di avvisare mentre le notizie sui ricercati vengono coperte, ognuno pensa ai fatti propri, come se avere un ricercato sul territorio non fosse un problema di tutti.
Dal punto di vista giudiziario le responsabilità del Molino sono state evidenti, tanto che l'uomo ancorché professatosi innocente ed sebbene senza precedenti penali, è stato condannato ad un anno di reclusione, con pena sospesa proprio perché fino ad oggi incensurato.
Fa riflettere, in negativo purtroppo, che un lavoratore padre di famiglia si prodighi tanto e si lasci sporcare la fedina penale per coprire certe persone. Così come fa riflettere il fatto che ci siano persone pronte ed attente ad avvisare di qualunque evento anche potenziale accada ai malviventi. Perché chi ha prontamente riportato la notizia dell'arresto del Molino a certi soggetti accorsi in caserma era evidentemente a conoscenza del fatto che l'uomo fosse in "compagnia".