Dacci una zampa: nostra esperienza al servizio dell’Amministrazione
“Abbiamo sempre pensato che il cambiamento della nostra città dovesse e potesse partire solo da chi la città la abita e la vive, per questo come associazione animalista sei mesi fa abbiamo messo in gioco la nostra esperienza e competenza per superare l’inerzia burocratica e amministrativa che aveva condannato un bene pubblico come il canile di Mortara all’abbandono e centinaia di cani ai rischi della strada. Oggi noi siamo in grado di pesare con dati, numeri, cifre il nostro impegno per la città”. È un bilancio tutto in positivo quello che gli attivisti dell’associazione Dacci una zampa possono presentare oltre sei mesi dopo aver rimesso in funzione il canile municipale di Mortara, struttura di proprietà comunale ma per anni consegnata all’incuria e all’abbandono, mentre milionarie convenzioni venivano siglate con canili privati.
“In sei mesi – dicono da Dacci una zampa - abbiamo sottratto alla strada oltre 400 cani, duecento dei quali già affidati in adozione. Basta un semplice calcolo aritmetico per comprendere che in una delle città italiane con più alto tasso di randagismo e abbandono, negli ultimi sei mesi siamo stati in grado di regalare una casa a più di cane al giorno, tanto cuccioli come adulti”. Adozioni che hanno interessato tanto la città e la provincia, come il Nord Italia, dove oltre trenta cani hanno trovato una nuova casa e cuccia, grazie anche ai volontari che non si sono mai sottratti quando si è trattato di finanziare le spese di trasferimento di un randagio che si gioca la possibilità di non essere più tale.
“Per gli oltre trenta cani partiti per il Nord – spiegano gli attivisti - abbiamo speso circa 1500 euro raccolti grazie alle donazioni, alle serate benefit e agli eventi organizzati a sostegno della nostra associazione”. Cifre importanti, che per gli attivisti però spiegano solo in parte il lavoro fatto “tutti i cani recuperati in questi mesi sono stati sottoposti a cure veterinarie, quelli malati o feriti, sottoposti a terapie specifiche ed interventi chirurgici, nonché a ricovero nei centri veterinari specializzati quando necessario. Allo stesso modo, gran parte delle femmine – circa quaranta - sono state sterilizzate. Si tratta di interventi di cura e prevenzione di cui l’Asp dovrebbe da tempo occuparsi , ma allo stato rimangono nella lista delle cose da fare in data da destinarsi. I cani però non possono aspettare. Nel frattempo muoiono. Per questo con gran fatica ci siamo sobbarcati il compito di sostituire l’azienda sanitaria provinciale, sobbarcandoci l’onere di raccogliere i fondi necessari per coprire i 13mila euro di spese veterinarie necessarie ed urgenti”.
Allo stesso modo, suggeriscono gli attivisti, “siamo fra i pochi a poter affermare senza timore di smentita di aver fatto risparmiare all’amministrazione comunale oltre trentamila euro. A tanto ammonta il valore del cibo donato da cittadini e altre associazioni animaliste italiane per assicurare il nutrimento quotidiano dei cani che in questi sei mesi hanno trovato rifugio a Mortara, come dei prodotti necessari per la pulizia e l’igiene della struttura che nel corso dei mei i cittadini hanno donato”. E proprio i cittadini e il rinnovato senso di comunità, nato grazie al recupero della struttura in una città lacerata da due anni di commissariamento seguito allo scioglimento per mafia, sono per i volontari di Dacci una zampa il maggiore successo ascrivibile all’iniziativa. “Per anni la città – continuano gli attivisti- è stata annichilita da una cronaca che la svelava sempre più in rovina. Per molti, questo ha significato un sostanziale disinteressamento nei confronti della cosa pubblica, perché troppo impegnati a salvare il salvabile nel privato.
Dal sette luglio in poi, attorno a Mortara è rinato quell’interesse dei cittadini per la cosa pubblica che sembrava sopito o dimenticato. Si tratta di un patrimonio importante e che sarebbe criminale disperdere”. Un patrimonio che, secondo i volontari, ha fatto sì che l’esperienza – unanimemente considerata positiva – del recupero del canile di Mortara sia stata valorizzata da media locali e nazionali, con inevitabile ritorno d’immagine positivo per una città che in passato si è fatta conoscere solo per fatti di ‘ndrangheta, mala politica e gestione criminale delle risorse pubbliche. “Si tratta di un’esperienza che anche importanti associazioni animaliste e non - ENPA, LIDA, Legambiente, Animalisti italiani, solo per citare qualche esempio – hanno voluto appoggiare e valorizzare”. Da parte nostra – fanno sapere i volontari a conclusione – “rimane la totale disponibilità a mettere questo patrimonio a disposizione dell’amministrazione, perché crediamo che solo mettendo insieme le forze si possa costruire il cambiamento in città. Una svolta di civiltà per i cittadini a due e quattro zampe”.