Lavori pubblici, Germanò e Morisani:“Si faccia luce su alcune anomalie”
Due ex assessori comunali, Franco Germanò e Pasquale Morisani, questa mattina nella sala Biblioteca della Provincia, hanno affrontato l’atavica questione “lavori pubblici” in città e, con carte in mano, hanno sciorinato cifre riguardanti le opere appaltate negli anni dal Governo di centro destra. Numeri che fanno riflettere e che pongono molte domande, alle quali rispondono in parte i due ex amministratori, entrambi in anni diversi assessori ai Lavori Pubblici, mentre altre le rimandano all’attuale assessore ai lavori pubblici Angela Marcianò e al dirigente progettazione ed esecuzione Lavori Pubblici Marcello Cammera.
La cosa che emerge subito, per quanto riguarda le opere appaltate e quindi la loro programmazione, sono i finanziamenti: dal 2002 quando al settore arrivò l’assessore Germanò, il Comune appaltò lavori per circa 6 milioni, per passare a 22 milioni nel 2004, 31 nel 2005, 67 nel 2006 per poi ricominciare a scendere sino ad arrivare all’immobilismo dovuto al Commissariamento”.
Ma a mettere il punto su una questione fondamentale per questo delicato settore è l’ex assessore Morisani che, nel ricordare “gli impegni dell’Amministrazione comunale di cdx quello di portare a termine l’obiettivo dei lavori pubblici da una parte, l’ultimazione delle opere cantierizzate, l’organizzazione interna delle stesse e non ultimo, configurare un sistema di trasparenza che riuscisse ad essere efficiente”, il Comune “ha creato una piattaforma, ad oggi inutilizzata, per gestire con uni sistema informatizzato le opere pubbliche”.
Il Sistema Gestione Opere Pubbliche commissionato al tempo dalle Amministrazioni Scopelliti e Arena e realizzato dalla società mista Recasi presieduta da Germanò, “è nato dall’esigenza di avere contezza su come si svolge l’opera e monitorare in tempo reale i tecnici e l’evoluzione dell’opera stessa. Grazie a questo sistema di controllo efficiente, si può seguire ogni passaggio amministrativo e tecnico e gestire tutti i fenomeni in maniera unitaria e sistemica”.
“Un progetto – continua Germanò - avviato dall’Amministrazione Scopelliti, portato avanti da quella di Arena con l’assessore Morisani, usato all’inizio su 46 opere e bloccato dall’attuale amministrazione. Forse, l’assessore Marcianò, che io rispetto e per la quale nutro una profonda stima, non è stata messa a conoscenza di questo importante strumento proprio dal suo dirigente”.
Germanò sottolinea poi come il sindaco Falcomatà “in questi ultimi giorni ha tagliato nastri di opere completate dando anche il via a cantieri relativi a progettazioni degli anni passati. Questo vuol dire che l’attività del governo di centrodestra ha prodotti buoni frutti – continua Germanò – ma il sindaco Falcomatà, oltre a tagliare nastri, dovrebbe sottolineare che sono opere programmate dalle amministrazioni passate, opere strategiche sulle quali ci siamo impegnati per reperire risorse attraverso il Decreto Reggio, il Pisu, fondi ministeriali, europei, regionali. Adesso è necessario dare un impulso ulteriore perché le altre opere programmate, e sono tantissime, siano portate a compimento. Il sindaco Falcomatà ha cinque anni di tempo per tagliare nastri di opere progettate da noi. Certo – postilla Germanò - ci aspettiamo un po’ di correttezza: il sindaco anziché dire “abbiamo restituito a piazza Duomo il ruolo di piazza o abbiamo voluto restituire il rapporto con il mare attraverso la riqualificazione del Lido”, avrebbe dovuto dire “abbiamo voluto proseguire l’azione amministrativa delle Giunte di centro destra e riconoscere i meriti di un modello che ha prodotto buoni risultati”.
Ma qualcuno oltre all’assenza di correttezza, pecca anche di stile: “Quando negli anni 2002/2003, al tempo in cui ero assessore ai Lavori pubblici, abbiamo inaugurato qualche opera che era stata avviata dalla Giunta del sindaco Falcomatà, Scopelliti chiamò a presenziare la vedova Neto che delegò in quelle occasioni il cognato, il fratello di Italo. Ora noi non ci aspettiamo che il neo sindaco ci inviti – lo sottolinea Germanò - ma almeno dica alla città che queste opere sono frutto di un lavoro che, nei 10 anni, è stato fatto dal centro destra. Siamo disponibili a un confronto, a far capire a questa classe dirigente quali sono realmente i problemi e, finalmente, dopo due anni bui di Commissariamento, si dia un respiro nuovo alla città abbastanza martoriata da chi ha operato solo per colpire i singoli soggetti”.
Altre anomalie riguardano alcuni aspetti sulle quali viene richiamata l’attenzione dell’Assessore Marcianò.
La pulizia delle caditoie sembra sia stata affidata contemporaneamente a due soggetti: rientra infatti sia tra le attività in capo all’AVR, sia tra quelle affidate a seguito di gara relativa ai lavori di manutenzione stradale. Affidata a due soggetti diversi, pagata quindi due volte e però nessuno che abbia mai aperto un pozzetto per eseguire tali operazioni.
E’ ormai ineludibile che sia approvato un nuovo regolamento per la corresponsione degli incentivi ai tecnici che svolgono un ruolo nell’iter delle opere pubbliche, affinché esso sia liquidato a collaudo dell’opera ultimato e non più, come avviene oggi, all’atto dell’approvazione del progetto.
I due ex assessori si dicono certi dell’impegno di Angela Marcianò, donna di spessore culturale e professionale, che ha messo a disposizione della città le proprie competenze senza alcun condizionamento politico, affinché su queste e altre vicende sia fatta assoluta chiarezza.