A Reggio Calabria la Prima Nazionale “El triángulo Azul”

Reggio Calabria Tempo Libero

Arriva per la prima volta in Italia lo spettacolo “El Triángulo Azul”. Trenta rappresentazioni nella sala Francisco Nieva del Centro Dramático Nacional a Madrid, pubblico in piedi e minuti di applausi e di ovazioni, per uno spettacolo che in Spagna è diventato un vero e proprio fenomeno al di là del teatro, un vero successo sociologico e arriva in prima nazionale al Globo Teatro Festival, domenica 15 febbraio ore 20.30 al Teatro Francesco Cilea di Reggio Calabria.

El triangulo Azul racconta gli orrori dei campi di concentramento nazisti attraverso un episodio poco conosciuto della storia europea: i deportati spagnoli di Mauthausen. Gli spagnoli furono i primi ad entrarci e gli ultimi a uscirne. Nessun governo si preoccupò di loro, nessuno volle sapere se erano vivi o morti, dovevano portare il distintivo blu, l'apolide, perché il governo di Franco così decise. Ma grazie al coraggio di questi giovani spagnoli, le immagini impresse in alcune fotografie che servirono durante i processi successivi come prova degli orrori perpetuati, furono fatte uscire dal campo. Settemila spagnoli passarono per Mauthausen, i sopravvissuti non arrivarono a duemila. Una produzione Micomicón - Centro Dramático Nacional (Spagna) con la regia di Laila Ripoll, lo spettacolo El Triángulo Azul è un’angosciante cabaret grottesco che riaffiora nei ricordi di un sergente nazista, capo del laboratorio di identificazione fotografica. Egli guarda al passato per cercare di spiegare ai suoi figli l'inspiegabile: lo sterminio organizzato di milioni di esseri umani, uno dei più terribili mai realizzato.

I suoi ricordi si basano sulla rischiosa avventura di quegli spagnoli che riuscirono a salvare quelle fotografie che servirono ad incriminare vari leader nazisti nei processi di Norimberga, e sulla storia di un gruppo di spagnoli internati che ebbe la forza di chiedere l'autorizzazione, in quell'inferno, di realizzare una rivista musicale: vedremo il crematorio, il camino, la scalinata di 186 gradini, la recinzione elettrificata attraverso un numero di zarzuela, un paso doble, una habanera, un chotis. E vedremo la violenza implacabile dei capricci di Goya e il sogno della morte di Quevedo mischiarsi in una travolgente simbiosi con la violenza e la morte del campo di sterminio, quello stesso campo dove questi spagnoli, senza arrendersi, cercarono di incontrare una speranza di vita attraverso il buon umore dando un esempio di coraggio e solidarietà. Lo spettacolo è in spagnolo sovratitolato in italiano. Età consigliata dai quattordici anni.

“Siamo molto felici – spiegano Maria Milasi e Americo Melchionda, gli organizzatori e direttori artistici del Globo Teatro Festival - di essere riusciti a inserire nel cartellone una prima nazionale di così alto spessore artistico e storico che riuscirà attraverso il teatro a far conoscere un episodio poco conosciuto della storia europea, per non dimenticare gli orrori dei campi di concentramento. Per il nostro festival e la città di Reggio Calabria è un grande prestigio ospitare l’ultima creazione della pluripremiata regista spagnola Laila Ripoll interpretata da un cast eccezionale di attori e musicisti. Il Teatro Francesco Cilea e il pubblico reggino meritano di poter essere protagonisti di una importante e diversificata kermesse per ciò che riguarda il repertorio proposto e gli artisti coinvolti. Una delle mission che ci eravamo prefissi era proprio quella di creare momenti significativi di confronto tra maestri della scena internazionale, nuove drammaturgie e giovani realtà di innovazione inserendo anche Reggio Calabria nel circuito di distribuzione delle più recenti ricerche del teatro contemporaneo. Perché il teatro è un valore aggiunto nella vita e nella crescita di ogni individuo e della collettività: al termine di uno spettacolo lo spettatore deve avere la percezione di aver acquisito nel proprio bagaglio esperienziale qualcosa in più. E perché anche un palcoscenico prestigioso come quello del Teatro Francesco Cilea possa splendere di luce internazionale”.