Edilizia: Ance, in Calabria quadro allarmante
È un quadro a tinte fosche per la Calabria, quello disegnato dall'ultima rilevazione sull'industria delle costruzioni, curata dalla Direzione Affari Economici e Centro Studi di Ance nazionale. In linea generale dallo studio condotto nel corso del 2014, emerge come la seconda recessione in atto in Italia dall'inizio della crisi, non si è ancora conclusa, come testimoniato anche dai dati sul prodotto interno lordo, in costante andamento negativo, cui si accompagna adesso una pericolosa spirale deflattiva sui consumi.
Sulla dinamica negativa dell'economia italiana continua a pesare soprattutto il settore delle costruzioni, ancora in forte crisi, accanto a flessioni più contenute per l'industria in senso stretto, l'agricoltura e servizi. In questo contesto, "la situazione dell'edilizia rimane drammatica, specie in Calabria dove quasi tutti gli indicatori hanno segno negativo", spiega il presidente regionale dei costruttori edili, Francesco Berna.
In base agli ultimi dati disponibili, fotografati dall'indice Istat della produzione del settore e confermati dal Centro studi di Ance, il comparto ha subito una contrazione tendenziale pari al -7,1% su base nazionale con decine di migliaia di posti di lavoro andati in fumo. "E uno degli aspetti di scenario più preoccupanti è legato alla mancanza di prospettive immediate di ripresa", prosegue il presidente Berna che tuttavia rileva "una confortante attenzione della nuova governance della Regione Calabria e soprattutto un know how importante da parte delle nostre aziende".
L'analisi dell'andamento del settore delle costruzioni in Italia, segnala per la Calabria un calo del 60,9% dei permessi di costruire nel periodo che va dal 1995 al 2012. Brusca discesa anche sul fronte occupazionale che, secondo i dati Ance, nei primi nove mesi del 2014, in Calabria, si è attestata sul - 11,4%, ovvero quasi il triplo rispetto al dato nazionale ( - 4,1%).
Segno negativo in Calabria, nello stesso periodo di riferimento, sia per quanto riguarda gli occupati dipendenti nelle costruzioni (- 2,2%) che per quelli indipendenti (- 25,9%). Sono invece 1.446 le imprese calabresi uscite dal settore delle costruzioni tra il 2008 e il 2012, ovvero il 10,1%, mentre nel periodo compreso tra il 2009 e il 2013, le aziende di costruzione entrate in procedura fallimentare in Calabria, sono state 373. Le uniche note positive dall'Osservatorio, provengono dal mercato del credito pur con tutti i limiti di un sistema bancario ancora molto chiuso e complesso.
A livello territoriale, infatti, nel primo semestre 2014, le sole variazioni positive per i finanziamenti per investimenti in edilizia residenziale sono quelle registrate in Valle d'Aosta (+3,7%), Piemonte (+3,1%), e Calabria (+2,2%). Nel capitolo riservato alle risorse per le infrastrutture, viene evidenziata l'opportunità, a livello regionale, dei fondi strutturali europei per la riqualificazione delle città: "Puntiamo molto su questi strumenti", chiarisce Francesco Berna.
In quest'ottica la Calabria, annoverata fra le regioni meno sviluppate, dispone di 268,2 milioni di euro, per le strategie di sviluppo urbano sostenibile legate alla programmazione 2014-2020. Ammontano invece a 84,5 milioni di euro, le risorse dei fondi europei, per contrastare il rischio idrogeologico, ovvero il 2,8% sul totale del Por-Fesr. Dei 76 miliardi di euro previsti nelle proposte italiane per il piano "Juncker", secondo le stime dell'Ance, circa il 75 %, pari a 57 miliardi di euro, sono destinati a programmi e progetti che possono attivare prevalentemente domanda edilizia. E fra le dieci infrastrutture per le quali sono stati chiesti finanziamenti maggiori, figura anche l'autostrada Salerno-Reggio Calabria (600 milioni). (AGI)