Scuola, Fgc: proteste in tutta la provincia contro contributi scolastici
“Difendi la scuola pubblica, blocca il contributo” è lo slogan che ha accolto in queste settimane molti studenti del cosentino. Le azioni di protesta sono stati organizzati dai militanti del Fronte della Gioventù Comunista, che hanno presidiato l’ingresso delle varie scuole con striscione e volantini.
«Da anni le scuole ci impongono di pagare un contributo economico al momento dell’iscrizione, che anno dopo anno è salito fino all’attuale media nazionale di 150 euro. – hanno spiegato i ragazzi del Fronte – Il risultato è che l’Italia è l’unico paese in cui la scuola si paga due volte, con le tasse e con questa tassa mascherata da contributo “volontario”, sempre più insostenibile per le famiglie. Dal 2008 i governi hanno tagliato alla scuola più di 20 miliardi di euro per provvedimenti favorevoli a banche e grandi imprese. Come conseguenza le famiglie sono state indotte a finanziare progressivamente la scuola di tasca propria, e questa è stata la leva per imporre tagli sempre maggiori. Il contributo scolastico oggi non serve a finanziare attività aggiuntive, ma sopperisce alla carenza di fondi per le spese ordinarie ed è ormai la principale fonte di finanziamento delle scuole. Di fatto la scuola pubblica gratuita non esiste più e anno dopo anno siamo abituati all’idea che la scuola si debba pagare.
«Stiamo lavorando in tutta Italia per costruire anno dopo anno una grande protesta di massa tramite il boicottaggio dei contributi scolastici» ha annunciato Pierpaolo Mosaico, rappresentante degli studenti del Liceo Classico di Corigliano "G. Colosimo" e responsabile locale del Fronte della Gioventù Comunista «Pagare il contributo non significa aiutare la propria scuola, ma rendersi complici del processo di smantellamento della scuola pubblica, reso possibile proprio grazie all’imposizione -di fatto- del contributo scolastico. Le azioni di questa settimana hanno aperto una fase di proteste che confluiranno in una manifestazione, il 12 Marzo, a Cosenza, per rivendicare l’abolizione dei contributi scolastici e la piena copertura da parte dello Stato delle spese per il funzionamento delle scuole, ristabilendo così il principio della gratuità dell’istruzione.»