Pdci: “Ricostruzione città difficile”
“I pesantissimi danni finanziari ed etico-morali provocati dal “modello Reggio” di Scopelliti sono tanti e tali che, come era prevedibile, in mancanza della fatidica bacchetta magica, è decisamente difficile procedere ad una semplice “ricostruzione” della città”. È quanto sostiene Ivan Tripodi, segretario cittadino del Partito dei comunisti italiani.
“Ovviamente questa incontrovertibile verità non può rappresentare un alibi permanente poiché il voto plebiscitario ottenuto dal Sindaco Falcomatà ha rappresentato una chiara scelta e presa di coscienza dei reggini riguardo la necessità di un concreto e radicale cambiamento amministrativo.
In tal senso, uno dei punti dirimenti sui quali, a nostro avviso, si deve procedere senza alcuna titubanza riguarda la definitiva chiusura delle società miste che hanno letteralmente devastato Reggio e i reggini. In tal senso, si avvicina speditamente la data di scadenza del contratto di servizio deliberato dal Comune di Reggio con la Reges, l’ultima società mista superstite.
Infatti, il 20 settembre 2005 la giunta Scopelliti deliberò l’affidamento alla Reges dei servizi di accertamento, liquidazione e riscossione delle entrate di natura tributaria e patrimoniale stabiliti dallo specifico Contratto di Servizio firmato in data 3 ottobre 2005. L’art. 2 del predetto contratto di Servizio stabilisce che la durata dello stesso è di 10 (dieci) anni.
Pertanto, finalmente, la città si può definitivamente liberare del vampiro famelico rappresentato dalla Reges che in questi dieci lunghi anni ha incassato aggi e commissioni al di fuori e al di sopra di qualsiasi logica dello stesso mercato. Sembrerebbe, infatti, che gli importi finiti nelle casse del socio privato della Reges ammonterebbero, in media, alla spaventosa percentuale di oltre il 20% sul monte totale del versato dai cittadini.
Insomma, una vergognosa enormità se, per esempio, si tiene conto che Equitalia, universalmente considerata come un ignominioso succhia-soldi degli indifesi italiani, incassa circa l’8% del versato. Siamo, quindi, giunti al redde rationem con la Reges.
Crediamo che, in primo luogo, sarebbe opportuno inviare il Contratto di Servizio stipulato dalla giunta Scopelliti alla Corte dei Conti onde verificare la congruità degli aggi e delle commissioni incassati dal socio privato.
Contestualmente, come abbiamo più volte ribadito, sia in campagna elettorale che successivamente, è venuto il momento, salvaguardando tutti i posti di lavoro, di chiudere definitivamente il carrozzone chiamato Reges. Ricordiamo che la Reges distribuisce, fra l’altro, poltrone lautamente retribuite ai vertici societari (Presidente, CdA) che sono ancora espressione delle fallimentari amministrazioni del “modello Reggio”.
Questi tragici dieci anni della gestione della Reges bruciano pesantemente sulla pelle e sulle tasche dei cittadini. Reggio e i reggini non possono sopportare questo andazzo e siamo convinti che il Sindaco Giuseppe Falcomatà prenderà atto dell’unanime sentimento comune che esprime l’opinione pubblica nel respingere con indignazione quanto ha rappresentato la Reges dal 2005 ad oggi.
Chiudere la Reges rappresenta, pertanto, un segnale di forte cambiamento amministrativo e culturale che, nel produrre il risparmio di un fiume di denaro pubblico, riconsegna ai cittadini l’alto valore della salvaguardia e difesa del Bene Comune”.