Fondi europei, un obiettivo da raggiungere con le politiche di coesione
Si è riunita questa mattina nella sede romana dell’Anci, sotto la Presidenza di Mario Occhiuto, sindaco e presidente della Provincia di Cosenza, la Commissione Coesione Territoriale e Mezzogiorno. Obiettivi primari dell’incontro il programma di coesione (Agenda urbana e aree interne) e lo studio dei fondi europei per lo sviluppo strategico dei territori. Un obiettivo cruciale, visti gli ultimi dati che raccontano come Calabria, Sicilia e Campania siano le regioni che hanno speso di meno, con un drastico peggioramento nel ciclo 2007-2013, rispetto al passato, in quanto nei primi cinque anni hanno raggiunto solo il 15% della spesa. Nel 2015 restano ancora spendere circa 10-11 miliardi del vecchio ciclo di programmazione, mentre si è accumulato già un ritardo con il nuovo programma, attraverso il quale si sarebbe potuta certificare ulteriore spesa a partire dal 1 Gennaio 2014. Un dato negativo che, purtroppo, è parallelo a quello della spesa sui fondi POR regionali e sui PON statali. E questo a causa di ritardi di varia natura: amministrativi, politici e operativi.
“Ma il dato negativo – ha precisato il presidente Occhiuto - non deve indurre al pessimismo. Al contrario è necessario avere invece bene a mente gli obiettivi da conseguire, pur nella consapevolezza delle difficoltà”.
Mario Occhiuto, nella sua relazione, ha sottolineato con forza tale visione, e ha premesso: “La politica di coesione che dobbiamo propugnare non deve avere come obiettivo politiche di assistenzialismo: alle persone che vivono nelle zone più deboli del Paese dobbiamo dare un'occasione reale. Questa è vera coesione: creare occupazione e sviluppo attraverso gli investimenti, e non regalare sussidi; aiutare le imprese a crescere ed essere autonome e non abituarle a vivere di aiuti pubblici; riqualificare e rinnovare gli spazi liberi aperti e i servizi delle nostre città e attuare azioni di risanamento sociale dei quartieri ghetto costruiti secondo politiche urbanistiche rilevatesi negli anni fallimentari e con un'ottica di breve respiro, che oggi palesano tutti i loro difetti in termini di crescita sociale-culturale”.
Occhiuto ha poi spiegato che “All’Italia spettano circa 40 miliardi di euro nel ciclo 2014-2020. Sommati alle quote di co-finanziamento nazionale e alle risorse del Fondo di sviluppo e coesione (FSC), si supera la disponibilità di circa 100 miliardi di euro. Sono tanti in valore assoluto, ma non sono molti in relazione alle attuali necessità. Perché, soprattutto, sono ormai le uniche risorse a disposizione per finanziare investimenti pubblici. Una parte rilevante di tali programmi declinano la dimensione territoriale della politica della coesione in due grandi aree di intervento: l’agenda urbana e la strategia nazionale per le “aree interne”. In ambedue le dimensioni sarà importante valorizzare gli aspetti di crescita del capitale sociale e relazionale, specie al Sud d’Italia dove tali risorse appaiono più carenti”.
E proprio in queste zone sarà necessario valorizzare il ruolo dei Comuni, “ai quali – ha spiegato ancora Occhiuto – vanno affidate tutte le funzioni attuative, seppur nel rispetto dei principi di sussidiarietà, proporzionalità e appropriatezza, così come prevede la Costituzione: le classi dirigenti locali si devono dimostrare consapevoli, aperte all’innovazione e alla partecipazione, inclusive e non “estrattive” di rendite di posizioni”.
Due saranno dunque le direttive da seguire, con punti concreti da affrontare subito: l’agenda urbana e la definizione dei ruoli dell’Agenzia nazionale di coesione.
Per quanto riguarda il primo punto Occhiuto ha citato il lavoro in corso da parte del senatore e architetto Renzo Piano in merito alle periferie: “La maggior parte di cittadini vive nelle periferie urbane e quindi il nostro sforzo dovrà essere quello di immaginare politiche di sviluppo tese alla riqualificazione fisica di questi quartieri e alla rigenerazione sociale delle comunità che vivono al loro interno. Dobbiamo riportare in queste zone quel mix di funzioni che è vitale per il funzionamento di ogni parte di città”. E su tale base operativa è stato chiesto un incontro al gruppo di lavoro del senatore, per poter inquadrare possibili strategie nell’ambito dell’agenda urbana.
Riguardo l’Agenzia nazionale di coesione, invece, il presidente Occhiuto ha sollecitato il Governo a definire al più presto le modalità operative, in modo da aiutare, per esempio, i Comuni ad accelerare la spesa, semplificando le procedure per l’acquisizione dei pareri necessari. A tale scopo Occhiuto ha sollecitato un incontro anche con la Commissione Anci Finanza locale, per discutere i problemi finanziari dei Comuni, specie quelli in dissesto e predissesto, che ostacolano l’attuazione di programmi di coesione.
Per poter spendere, infatti, è stato sottolineato nel corso di un dibattito molto partecipato, è necessario che ci sia una semplificazione delle procedure e che gli investimenti siano concentrati in opere sostenibili dal punto di vista ambientale, ma anche economico per evitare che si creino altre inutili cattedrali nel deserto. Punto sul quale si è soffermato anche il sindaco di Bari Antonio Decaro, delegato dal direttivo Anci nella Commissione Mezzogiorno.
Riqualificazione delle periferie e delle aree centrali della città abbandonate, implosione dello sviluppo della città e utilizzo delle risorse europee. Su queste direttrici sarà orientato da ora in poi il lavoro della Commissione Coesione Territoriale e Mezzogiorno. Un lavoro impegnativo ma stimolante, sottolineato dalle parole conclusive con cui Mario Occhiuto ha concluso la seduta: “Viviamo in un Paese straordinario e noi in particolare in un'area territoriale con grandi risorse ambientali e paesaggistiche, che negli ultimi 60 anni non siamo ancora riusciti a distruggere – ha commentato ironicamente - nonostante il grande impegno profuso. Cerchiamo allora di invertire il processo e rendere le nostre città un esempio, con le Buone Pratiche e i principi di sostenibilità, e orientiamo le risorse a disposizione verso obiettivi concreti di progresso sociale e civile”.