Riabilitazione, Ave Ama: “Vicenda lunga e annosa”
Riceviamo e pubblichiamo una lettera, datata 16 febbraio 2015, da parte dell’associazione Ave-Ama di Catanzaro, che riunisce, fra gli altri, soci e genitori di ragazzi con disabilità mentale, si è rivolta al Governatore Oliverio (senza aver ottenuto ancora risposta) per riassumere le annose vicende che hanno accompagnato le Strutture Riabilitative e di Cura in Calabria.
“ Nonostante il fiume di leggi in materia, sia a livello nazionale che regionale (basti pensare alla delibera Giunta regionale n°105 del 2007, alle Linee d’Indirizzo Nazionali per la S.M. della Conferenza Unificata Governo Regioni e Autonomie Locali del 20\03\08, alla DGR n°141 del 31\03\2009”Linee Guida per la Tutela della Salute Mentale, al DPGR n. 25 \2012, la Conferenza Unificata Stato e Regioni del 24\01\2013, al DPGR n.31 del 7\03\2013, al DPGR n. 8 del 6\02\2014, ecc.), a favore dei giovani con disagio mentale, nella realtà dei fatti i familiari sono lasciati soli a fronteggiare le sofferenze dei propri cari, che continuano ad essere del tutto ignorate dagli amministratori, dai politici e dai vertici della sanità che avrebbero l’obbligo di prendersene cura.
Fiumi di parole sono, infatti, stati scritti sulle cure, l’assistenza, la riabilitazione in campo psichiatrico e, sulla carta, tutto è previsto: strutture, operatori e quant’altro, sono organizzati con efficienza, ma l’attuazione di questa perfetta architettura rimane ancora una chimera!
Basti pensare – scrive ancora Anna Cristallo, presidente dell’associazione “Ave- Ama” - che la nomina del Direttore del Dipartimento di Salute Mentale dell’Asp di Catanzaro è attesa dal 2010, con la conseguenza che nessuno si sente responsabile o abilitato a prendere decisioni, e che i rappresentanti dei familiari e dei pazienti non trovano interlocutori in grado di rispondere ai pressanti, numerosi e diversificati bisogni.
I Centri diurni di riabilitazione, fondamentali presidi che consentono di far risparmiare alla collettività ingentissime somme prevenendo costosissimi ricoveri in ospedale, vanno avanti a costo zero, quando altrove (anche in regioni con sanità alquanto dissestate) ricevono finanziamenti per centinaia di migliaia di euro all’anno. Senza parlare poi dell’assenza delle case famiglia, dei gruppi appartamento, dell’inserimento sociale e lavorativo, dei progetti individualizzati (legge 328/2000), del “Dopo di Noi”, delle “Comunità Psico- Terapeutiche Riabilitative”, che impongono l’esodo fuori regione, anche di ingenti somme di denaro pubblico.
Dove vanno a finire in Calabria le risorse annue nazionali destinate alle cure psichiatriche? Forse, servono solo ed esclusivamente a finanziare strutture private, spesso strutture di lunga degenza con costose rette giornaliere e che nulla hanno a che vedere con la riabilitazione e il reinserimento sociale? E le strutture pubbliche, cui afferisce la maggior parte dei disabili psichiatrici delle nostre famiglie, spesso, le più povere ed emarginate socialmente, che fine fanno? Non ha alcun valore l’articolo 32 della Costituzione Italiana per la Regione Calabria?!
Forse si trascura il fatto che, malati mentali, ovvero “matti”, ci si diventa per mancanza di risposte, comprensione e cure adeguate. Alla stregua di qualsiasi malattia organica che, se non curata in tempo, vira nella cronicità e nei casi più infausti alla morte, così anche il disagio psichico può portare alla malattia mentale conclamata che è la cronicità, se non addirittura alla morte della psiche.
E’ per questo che al Governatore l’associazione Ave-Ama - affiancata dal Centro di studio e promozione familiare Don Pellicanò di Isca sullo Ionio, dall’AFASP Calabria, dalla Fondazione Betania di Catanzaro, dall’ANFAS di Cosenza, dall’AMA Calabria, dalla FISH Calabria, dal Centro Servizi al Volontariato della provincia di Catanzaro, dall’Associazione Volontari e Familiari ”Intesa” di Lamezia, dal CEIS, dal Centro Calabrese Di Solidarietà di Catanzaro, da “La voce nel silenzio” di Vibo Valentia e dalla “Comunità Progetto Sud” di Lamezia – rivolge la richiesta dell’istituzione di un Tavolo Regionale Permanente di Consultazione per la salute mentale, dove siano rappresentati tutti i soggetti istituzionali previsti e le associazioni che operano per la tutela dei diritti dei pazienti psichiatrici e dei loro familiari sul territorio (come previsto dalla Legge Regionale sulla Tutela della Salute Mentale). L’auspicio è che tale Tavolo abbia il potere di intraprendere tutte le attività di ricognizione previste e che emani le linee d'indirizzo per l'applicazione corretta ed omogenea sul territorio della tutela della salute mentale, oltre che interventi di monitoraggio e controllo sulla correttezza degli atti delle ASP che devono essere coerenti con gli obiettivi assegnati.
Ogni Dipartimento, inoltre, dovrebbe dotarsi di un Comitato, quale organo di indirizzo e di controllo democratico, di cui per legge devono fare parte, oltre ai rappresentanti di diritto e quelli elettivi, i rappresentanti delle Associazioni di Tutela dei Diritti e dei Pazienti. In ultima analisi, la scrivente Anna Cristallo, in rappresentanza delle associazioni menzionate, chiede la massima attenzione nella nomina di Dirigenti e Responsabili Regionali, affinché siano in possesso di qualità professionali e di una forte cultura animata da principi morali, e sappiano tutelare il bene supremo di tutti i cittadini: la slute.
Nella speranza che il Governatore, massima Autorità Politica Calabrese, possa rendersi al più presto disponibile ad un incontro per prendere in debita considerazione le istanze rivolte”.