Policy pubbliche per lo sviluppo, l’Arci chiede incontro a Oliverio
“Il nostro Paese è immerso in una crisi globale che non è più solo economica. Si tratta di una crisi di sistema non più sostenibile.” È quanto si legge in una nota della Presidenza di Arci Calabria.
“Il tema dell’Expo, ormai alle porte, Nutrire il Pianeta, Energie per la Vita, segnala un grande problema emergenziale, quello dell’impossibilità di soddisfare i bisogni dell’umanità continuando colpevolmente ad adottare un modello di sviluppo storicamente inadeguato e che ha dimostrato tutte le sue drammatiche insufficienze. – Prosegue la nota - Emerge forte la necessità di ripensare il rapporto tra economia e società, tra profit e non profit, tra produzione e ambiente, rimettendo al centro l’uomo e la società. All’ideologia e alla massimizzazione del profitto si contrappongono sempre più, e con rinnovata forza, alternative di pensiero e stili di vita. All’egoismo fanno da contraltare fenomeni di aggregazione sociale che sanno coniugare benessere individuale e responsabilità collettiva. Reti di imprese e di comunità, insieme a nuove forme di cittadinanza organizzata e a nuovi modelli di governance, provano a far ripartire i territori, sintetizzando e coniugando impresa, produzione, valore, capitale sociale, capitale umano e patrimonio comune. Un nuovo progetto di società, oggi non può prescindere dal rafforzamento di processi di intrapresa, di intraprendenza, di autonomia della società civile organizzata dal pubblico e dalla politica. Si può certamente uscire dalla crisi con un nuovo patto sul tema dei diritti, dell’equità sociale, della democrazia, ma a patto di tessere alleanze virtuose e positive tra soggetti di terzo settore, sindacati, movimenti e i diversi attori sociali portatori di istanze di cambiamento.
Nel tempo della crisi affermiamo il valore e la necessità dell’associazionismo come antidoto alla desertificazione sociale, culturale e democratica. Abbiamo bisogno ora più che mai di promozione, tutela e pratica dei diritti, di luoghi collettivi alternativi ai modelli di società che producono solitudine e isolamento, per la ricostruzione di comunità e relazioni col territorio, per conquistare nuovi spazi di libertà e di benessere. Vogliamo farlo declinando la promozione sociale come strumento di emancipazione e auto-organizzazione delle persone, rafforzando l’esercizio della cittadinanza attiva, che agisca consapevolmente tanto i propri diritti quanto le proprie responsabilità, per ricostruire il necessario e possibile equilibrio fra protagonismo individuale e dimensione collettiva. Vogliamo farlo difendendo e affermando pienamente il diritto alla cultura e alla ricreazione che stanno alla base della nostra storia e nel nostro nome, e che in questi tempi sono spesso considerati superflui o stravolti in senso consumistico.
Le pratiche diffuse delle nostre basi associative, dei circoli, fatte di democrazia, partecipazione, auto-organizzazione non finalizzate al profitto ma al benessere e all'interesse pubblico sono per loro natura pratiche di un mondo diverso. Per questo crediamo che la loro tutela, la loro difesa, la loro qualificazione, il loro sviluppo, la loro capacità di contare nella vita pubblica sia un contributo alla costruzione dell'alternativa necessaria.
La legge sull’associazionismo di promozione sociale è stata approvata a livello nazionale nel 2000 ma la Regione Calabria non l’ha mai recepita, per come avrebbe dovuto. Serve con urgenza, per non compromettere l’apporto di una delle gambe del Terzo Settore calabrese alla crescita sociale-sconomica e culturale del territorio, sviluppare e disciplinare le attività ricreative come i servizi di somministrazione di alimenti e bevande, turismo, sport e animazione culturale o musicale. Il tutto con l’obiettivo di valorizzare il ruolo ed il valore aggiunto delle associazioni di promozione sociale. Troppo spesso, infatti, ci si dimentica di quanto importante sia l’apporto alla nostra vita sociale di realtà che in regione coinvolgono migliaia di tesserati e che sono in grado di proporre nuovi e importanti strumenti per risolvere problemi complessi, che hanno bisogno di un impegno collettivo. Siamo un’associazione che opera per la promozione dei diritti culturali, per il rafforzamento del dialogo interculturale, per la rigenerazione e la riqualificazione degli spazi pubblici, per la creazione di pratiche artistiche, per l’affermazione dei valori della pace e dei diritti umani universali, per lo sviluppo di reti di cooperazione internazionale, pratichiamo la legalità e la cittadinanza democratica, ci battiamo per i dirittti dei migranti, dei rifugiati e delle minoranze contro ogni razzismo.
La nostra rete di associazioni, circoli e loro soci, diffusa capillarmente sul territorio nazionale e regionale (circa 5.000 circolo e 1 milione di soci), può rappresentare un importante laboratorio permanente di elaborazione politica e di partecipazione. Siamo, insieme a molte altre organizzazioni e movimenti sociali, un’associazione che si fonda sulla partecipazione popolare e sul radicamento territoriale, e pur ben consci dei nostri limiti e difficoltà crediamo che questa caratteristica debba essere considerata un elemento di interesse pubblico da riconoscere e valorizzare. Tanto più in un momento storico in cui è evidente che la democrazia rappresentativa tradizionale, concentrata sul ruolo dei partiti da sola non è più sufficiente e che è necessario sviluppare anche la democrazia partecipativa per coinvolgere nelle decisioni pubbliche i corpi intermedi e i cittadini organizzati per promuovere l’interesse generale.
Rivendichiamo con forza una legislazione che riconosca, promuova e difenda in modo pieno il ruolo e il valore della complessità della nostra azione di associazione di promozione sociale, al pari di quella di tanti altri soggetti del Terzo Settore. Soprattutto in una fase delicata per il futuro della Calabria, che dovrà sfruttare al meglio il contributo e l’apporto dei corpi intermedi e di tutte le componenti della società civile per elaborare proposte di senso e traiettorie di sviluppo connesse al nuovo ciclo di programmazione, allo scopo di raggiungere gli obiettivi strategici di inclusione e coesione sociale previsti dal programma Europa 2020. – Conclude la nota- Sui temi dell’associazionismo di promozione sociale, sulla legge 383 da recepire al più presto a livello regionale, colmando un grave vuoto normativo, oltre che su temi strategici, politicamente rilevanti per il mondo della cultura, del welfare, dell’ambiente, dell’agricoltura sociale l’Arci chiederà al Presidente Oliverio un incontro per chiedere di impregnarsi ad accelerare i processi di partecipazione delle organizzazioni di terzo settore e del partenariato socio-economico alle scelte strategiche e alla definizione delle policy pubbliche per lo sviluppo della Calabria.”