Reggio non tace sulla partecipazione dei cittadini
“Ho accarezzato l’ideale di una società democratica e libera in cui tutte le persone vivano insieme in armonia e con pari opportunità. È un ideale che spero di vivere e di raggiungere. Ma, se necessario, è un ideale per cui sono pronto a morire” (Nelson Mandela, 1964). Questo per Mandela era l’ideale, per noi cittadini italiani è una realtà, sancita nella nostra Costituzione, che diventa orizzonte di senso e di impegno per la giustizia, anche se è una realtà non ancora compiuta. Perché possa proseguire il processo di democratizzazione/liberazione dei cittadini, il Movimento Reggio Non Tace, secondo il suo stile, intende partecipare, senza pregiudizi, né con intenti polemici, al dialogo che si sta sviluppando in città". E' quanto si legge in una nota del movimento "Reggio non tace".
"Ribadiamo fermamente - continua la nota - uno dei punti cardine della nostra identità: “Sin dalla nascita del Movimento ci siamo posti come cittadini, con storie e appartenenze diverse, che intendono partecipare attivamente alla vita pubblica riappropriandosi di spazi che certa politica ha progressivamente tolto nella nostra Città, nella nostra Regione e nel nostro Paese” (da “Uno stile antimafia” - RNT).
Cosa implica la partecipazione? Per chi vive a Reggio essa non può limitarsi nel tempo alle consultazioni elettorali e nello spazio alla eventuale chiamata nelle segrete stanze o all’accesso a passerelle auto-celebrative, ma non efficaci.
Partecipare ci fa protendere verso due direzioni.
La prima di esse è l’agire consapevole dei cittadini che operano per la Cosa Pubblica come la vera, libera ed autentica “cosa nostra”. Per questo abbiamo operato e continueremo ad agire – senza rivendicazione di primogeniture o pretese di esclusività – perché divenga normale e quotidiana la pratica della effettiva applicazione degli strumenti di partecipazione popolare, già previsti dallo Statuto Comunale, nella convinzione che non è più possibile delegare ai soli partiti il governo dello Stato o della Città. Nelle realtà che, come la nostra, sono esposte ad infiltrazioni, contiguità o connivenze con criminalità organizzata e poteri forti e occulti, è indispensabile che gli amministratori abbiano come interlocutori privilegiati i cittadini sovrani. Solo così potranno non essere lasciati soli, garantendosi l’antidoto contro ogni veleno antidemocratico.
Non possiamo interrompere il percorso virtuoso, inaugurato l’11 gennaio 2013 e proseguito il 24 gennaio 2014 con le due Assemblee Pubbliche comunali, in cui finalmente i cittadini di Reggio hanno vissuto da protagonisti nella costruzione della Casa Comune. Questi due eventi devono servire da spartiacque storici e non diventare due fotografie d’album che ingiallisce inesorabilmente. Continueremo ad impegnarci, insistendo anche per la redazione del bilancio sociale partecipato.
La seconda direzione è il contrasto alla ‘ndrangheta e il sostegno alla Magistratura e alle Forze dell’Ordine. Non ci riconosciamo nell’Antimafia “ubbidiente, cerimoniosa, attratta dal potere…, più attenta all’estetica che all’etica,… finta, che fa solo affari,… un’Antimafia ammaestrata” (Attilio Bolzoni, L’antimafia docile e oscurantista, in Repubblica del 4 marzo 2015). Da tempo Reggio Non Tace ha definito il proprio stile anti’ndrangheta: «Camminare insieme a chi non accoglie al proprio interno persone colluse, indagate o vicine agli ambienti ‘ndranghetisti; rimanere espressione della società civile, “senza etichette”; non avere nessun legame né con lobby e consorterie varie, né con coalizioni e forze partitiche di qualsiasi tendenza; impegnarsi personalmente e gratuitamente, senza delegare e senza nessuna richiesta di sovvenzioni o di fondi pubblici e privati, procedendo esclusivamente sulla strada dell’autofinanziamento». A questo stile della più assoluta gratuità ci siamo ispirati e ci ispiriamo, anche se questo implicherà un’apparente debolezza di mezzi e di numeri: queste scelte di metodo saranno certamente più di aiuto che da freno al risveglio delle Coscienze che perseguiamo, perché ci garantiranno libertà, trasparenza e autenticità.
Le due direzioni confluiscono nella strada della partecipazione che ha come fine il raggiungimento del Bene Comune. Le Amministrazioni - conclude - e la Società Civile possono percorrerla procedendo come su due corsie parallele: occorre, però, evitare le collisioni dovute a sorpassi o a brusche frenate causate dal terreno reso impraticabile da una mancata manutenzione".