Discarica di Celico. Ricorso al Tar per chiederne la chiusura
È stato depositato al Tar un ricorso contro l’Autorizzazione Integrata Ambientale (Aia) per i prossimi 12 anni, ricevuta dalla discarica di Celico, nel Cosentino, impianto gestito da una società privata. Il ricorso è stato presentato dal Comitato Ambientale Presilano, attraverso il suo avvocato, Marcello Nardi, ed appoggiato da varie associazioni ambientaliste nazionali.
Secondo il Comitato la discarica avrebbe delle “criticità” che, sostengono sempre i latori del ricorso, sarebbero “state ampiamente palesate” e che “dal 23 ottobre è stata dunque autorizzata al suo esercizio per i prossimi 12 anni, grazie all’allungamento del termine di 5 anni di validità dei rinnovi ad opera del decreto governativo soprannominato Sblocca Italia”.
Per il Comitato Presilano la struttura presenterebbe alcune incongruenze, che verrebbero fuori dallo studio della documentazione inerente la discarica: “a cominciare dalle distanze minime dai centri abitati non rispettate, alla vicinanza da corsi d’acqua e falde acquifere, a più di 900 metri sul livello del mare, alla totale incompatibilità della strada col traffico pesante di cui è oggetto, alla pericolosità dei materiali conferiti in quanto non trattati secondo normativa, per passare alla presenza di inquinanti nell’area, certificati dall’Arpacal, che quantomeno sconsiglierebbero l’esercizio di un’altra discarica nella zona” affermano sempre i latori del ricorso che ritengono, pertanto, l’autorizzazione “fortemente viziata” e vorrebbero che lo stesso ricorso fosse “affiancato da quello proposto dal Comune di Rovito attraverso i suoi legali”. Il messaggio d’accompagnamento al carteggio depositato al Tar è chiaro: la richiesta delle associazioni è quella di chiudere la discarica.