Oreste Romeo (Reggio Futura) sul sindaco Falcomatà
“In occasione di un convegno romano svoltosi alla presenza delle tre più alte cariche dello Stato, ci si attendeva che la qualificata tribuna concessa al Sindaco di Reggio Calabria consentisse di presentare le attività messe in campo dalla Giunta di Palazzo San Giorgio in vista di una puntuale declinazione di trasparenza e legalità nella amministrazione della cosa pubblica”. E’ quanto sostiene Oreste Romeo, di Reggio Futura.
“Ci si attendeva - continua la nota - qualcosa di più e di diverso dalla selfie-mania o dagli estenuanti tour finalizzati alle solite, ridondanti parate, tormentoni, l'una e gli altri, sterili ed inconcludenti nella prospettiva di risollevare le disastrose condizioni in cui la nostra Città versa a causa dello sfascismo del biennio commissariale. Giuseppe Falcomatà ha invece sfruttato l'occasione per affrontare a muso duro la burocrazia comunale, e lo ha fatto preoccupandosi di non prendere distanze dal gusto per la scenografia, cosa, questa, che non contempla cura alcuna per l'illustrazione di quanto la sua squadra di governo abbia prodotto in cinque mesi per garantire accettabile ossequio alla cogenza dei doveri nascenti dal Piano Nazionale Anticorruzione (legge 6 novembre 2012, n. 190), le cui linee guida pongono specifici ed inderogabili obblighi a carico delle amministrazioni di dotarsi di un Piano Triennale di Prevenzione della Corruzione".
"Il risultato - aggiunge Romeo - è stato decisamente modesto, se si pensa che al cospetto di un invidiabile parterre de roi non è trapelato nulla dell’azione pensata dai nostri organi politici e dai dirigenti di cui siamo dotati per individuare, tra le attività di competenza del Comune di Reggio Calabria, quelle più esposte al rischio di corruzione e quali siano le misure, adottate o da adottare, soprattutto in chiave preventiva. Nulla è emerso, per essere chiari, a proposito delle scelte di sistemi di rotazione del personale addetto alle aree a rischio, onde evitare il formarsi o, peggio, il consolidarsi di posizioni di privilegio nella gestione diretta di attività correlate alla circostanza che lo stesso funzionario si occupi personalmente per lungo tempo dello stesso tipo di procedimenti e di relazioni sempre con gli stessi utenti".
"In buona sostanza, anche l'ultima performance romana del nostro primo cittadino è stata oggetto di inopinato spreco, assimilabile, come essa è, solo ad un plateale svarione, noto essendo, in riva allo Stretto, come la dirigenza in dotazione al Comune sia quella che l’attuale Sindaco si ritrova grazie a scelte dell'amministrazione guidata dal compianto Prof. Italo Falcomatà e poi dal facente funzioni Avv. Demetrio Naccari Carlizzi. E non finisce qui! Se davvero esiste certezza che tra i dirigenti comunali ve ne siano di corrotti - scrive il rappresentante di Reggio Futura - bisogna non aver dubbi che il Sindaco abbia già provveduto a denunciare il tutto all'Autorità Giudiziaria, così come è doveroso stigmatizzare le bordate di Falcomatá per la semplice ragione che le stesse, pur potendosi spiegare alla stregua di giovanile mancanza di esperienza, non trovano alcuna giustificazione a fronte della lesione inferta alla riservatezza che non può e non deve mancare a qualsivoglia indagine".
"Chiarisca, quindi, il Sindaco, se quelle esternazioni siano o meno "sostitutive" del dovere civico di denuncia dei malfattori o presunti tali presso l'autorità giudiziaria, e ci metta nelle condizioni di comprendere se il senso delle sue pubbliche lamentazioni debba cogliersi unicamente in un eccesso di dignità conferita alle confidenze di cui si è depositari per il solo fatto di averle ricevute al Bar dello Sport. Si fa fatica a percepire, qui a Reggio, la "svolta" che nei fatti ci sta regalando un tempo diverso da quello in cui, pur in assenza di normative cogenti ed inderogabili, l’inamovibilità di strapotenti burocrati veniva comunque affrontata con decisione e coraggio, attraverso il ridimensionamento delle megastrutture a disposizione dei burosauri, per garantire al cittadino un disagio di gran lunga minore di quello provocato dal retaggio dei condizionamenti di un passato che oggi - conclude Romeo - va "resettato", senza possibilità di riproporsi sotto mentite spoglie”.