Borelli (Fn) sul disagio sociale dei giovani
“Nella società moderna si rileva a carico di bambini ed adolescenti un incremento importante, di una gamma molto varia di sintomi che sono espressione di disagio sociale e di difficoltà di adattamento e che vengono inquadrati dagli psichiatri con il termine generico di “disturbi dell’età evolutiva”. E’ quanto scrive Simona Borelli, Forza Nuova Lamezia Terme.
“Tali turbe – continua la nota - sottovalutate o addirittura non riconosciute in tempo, possono trasformarsi nel giovane e nell’adulto poi in patologie più serie di stretta competenza psichiatrica. Appare evidente l’importanza fondamentale del riconoscimento precoce di questi disturbi ai fini della prevenzione di patologie psichiatriche più gravi e, nella maggior parte dei casi, non recuperabili. Perché queste situazioni possano essere adeguatamente affrontate non sono necessari né interventi costosi, né strutture avveniristiche. Sarebbe più che sufficiente che un’equipe composta da personale medico specializzato (neurologi, psichiatri, pediatri), e da personale di supporto (psicologi ed assistenti sociali) in gran parte già presenti nelle strutture della nostra sanità, avesse a disposizione degli spazi e dei tempi dedicati esclusivamente alla loro attività e al contatto e al confronto continuo con le famiglie spesso abbandonate a loro stesse.
Purtroppo nel comune di Lamezia Terme questa rete organizzativa è praticamente assente per cui l’assistenza ai bambini e agli adolescenti “difficili” rappresenta una vergognosa lacuna nel sistema sanitario. E perché non è stata inserita nel piano aziendale del Presidio Ospedaliero “Giovanni Paolo II” di Lamezia Terme, l’Unità Operativa di Neuropsichiatria infantile, nonostante fosse già operante nella struttura un servizio di Neuropsichiatria? E perché i nostri figli devono essere vittime innocenti di tagli, sperperi, commissariamenti? Non dovrebbe essere poi così difficile individuare delle strutture che possano ospitare il servizio di neuropsichiatria, e che non possono essere condivise con altre specialità, proprio per la delicatezza delle patologie e per la tutela della sensibilità dei piccoli pazienti.
Tutto ciò porterebbe sicuramente ad una ottimizzazione del trattamento dei malati e alla riduzione delle liste di attesa che al momento sono troppo lunghe e rappresentano un ulteriore vergogna nella vergogna. Avviare un percorso di cura in un bambino eviterà che questo diventi un adulto disturbato, in cui gli interventi di contenimento e cura risulterebbero comunque più difficile e più costosi. Questo è il vero significato della parola “prevenzione” Inoltre va fatta ed evidenziata un ulteriore considerazione Quando il servizio sanitario pubblico è carente o latitante è inevitabile che i più abbienti ricorrano a professionisti privati, lasciando i meno fortunati nella discriminazione di lunghe liste d’attesa e di trattamenti da terzo mondo; e questa non è giustizia sociale, questa non è civiltà”.