Banche. Boom di sofferenze, giù i finanziamenti a imprese e famiglie
Boom di sofferenze nelle banche: negli ultimi 12 mesi, da febbraio 2014 a febbraio 2015, sono cresciute del 13% arrivando a oltre 187 miliardi di euro, in aumento di 25 miliardi. La fetta maggiore di prestiti che non vengono rimborsati regolarmente agli istituti di credito è quella delle imprese (133 miliardi); le "rate non pagate" dalle famiglie valgono quasi 35 miliardi, mentre quelle delle imprese familiari 15 miliardi. Sfiorano il tetto dei 4 miliardi, poi, le sofferenze della pubblica amministrazione, delle assicurazioni e di altre istituzioni finanziarie.
Complessivamente le sofferenze adesso corrispondono al 13% dei prestiti bancari, in aumento rispetto all'11% di un anno fa. Alla fine del 2010 le sofferenze ammontavano a 77,8 miliardi: in poco più di quattro anni, quindi, sono più che raddoppiate.
Questi i dati principali del rapporto mensile sul credito del Centro studi di Unimpresa, secondo cui nello stesso periodo le banche hanno tagliato i finanziamenti a imprese e famiglie per complessivi 30 miliardi (-2%), ma i prestiti di medio periodo per le aziende sono andati in controtendenza e sono saliti di 8 miliardi (+6%).
Secondo lo studio dell'associazione, basato su dati della Banca d'Italia, in totale le sofferenze sono passate dai 162,04 miliardi di febbraio 2014 ai 187,2 miliardi di febbraio 2015 (+15,56%) in aumento di 25,2 miliardi. Nel dettaglio, la quota di sofferenze che fa capo alle imprese è salita da 114,2 miliardi a 133,1 (+16,51%) in aumento di 18,8 miliardi. La fetta relativa alle famiglie è cresciuta da 31,6 miliardi a 34,9 miliardi (+10,25%) in salita di 3,2 miliardi. Per le imprese familiari c'è stato un aumento di 1,5 miliardi da 13,7 miliardi a 15,3 miliardi (+11,33%). Le "altre" sofferenze (pa, onlus, assicurazioni, fondi pensione) sono passate invece da 2,3 a 3,8 miliardi (+66,34%) con 1,5 miliardi milioni in più.
SOFFERENZE PIÙ CHE RADDOPPIATE IN 4 ANNI, ORA VALGONO IL 13,16% DEI PRESTITI
A febbraio 2014 le sofferenze corrispondevano all'11,30% dei prestiti bancari (1.434,3 miliardi), percentuale salita al 13,34% a febbraio scorso, quando i finanziamenti degli istituti erano a 1.403,6 miliardi. Rispetto alla fine del 2010 le sofferenze sono più che raddoppiate: in poco più di quattro anni, da dicembre 2010 a febbraio 2015, sono passate da 77,8 miliardi a 187,2 miliardi in salita di 109,4 miliardi. A fine 2011 erano a 107,1 miliardi; alla fine del 2012 a 124,9 miliardi.
CREDIT CRUNCH: IN UN ANNO -30 MLD A PRIVATI
Parallelamente c'è la serrata dei rubinetti del credito, calati nell'ultimo anno al ritmo di 2,5 miliardi al mese. Da febbraio 2014 a febbraio 2015, il totale dei finanziamenti al settore privato è diminuito di 30,6 miliardi di euro passando da 1.434,3 miliardi a 1.403,6 miliardi. Una riduzione che interessa sia le famiglie (-1,9 miliardi) sia le imprese (-28,7 miliardi).
Le erogazioni degli istituti di credito sono scese, complessivamente, del 2,14% nell'ultimo anno. Critico il quadro per le imprese: nell'ultimo anno le aziende hanno assistito alla riduzione dei finanziamenti di quasi tutti i tipi di durata. Sono calati i prestiti a breve termine (fino a 1 anno) per 10,7 miliardi (-3,48%) da 308,2 miliardi a 297,4 miliardi e quelli di lungo periodo (oltre a 5 anni) di 26,3 miliardi (-6,52%) da 404,6 miliardi a 378,2 miliardi, mentre quelli di breve periodo (fino a 5 anni), in controtendenza, sono cresciuti di 8,3 miliardi (+6,89%) da 121,7 miliardi a 130,1 miliardi. In totale lo stock di finanziamenti alle imprese è sceso da 834,6 miliardi a 805,9 miliardi con una diminuzione di 26,3 miliardi (-3,44%). Analoga situazione per le famiglie: meno prestiti personali per 2,8 miliardi (-1,56%) da 182,1 miliardi a 179,2 miliardi e giù anche il comparto mutui casa con le erogazioni degli istituti calate di 1,9 miliardi (-0,54%) da 360,3 miliardi a 358,4 miliardi; in controtendenza il credito al consumo, salito di 2,9 miliardi (+5,03%) da 57,1 miliardi a 60,05 miliardi. In totale, lo stock di finanziamenti alle famiglie è lievemente calato in un anno da 599,6 miliardi a 597,7 miliardi con una diminuzione di 1,9 miliardi (-0,32%).
PRATTICÒ: "DA ISTITUZIONI E BANCHE SCARSA ATTENZIONE"
"Quella del credito resta una situazione gravissima e, di fronte alla sempre maggiore difficoltà, sia delle famiglie sia delle imprese, nel pagare le rate dei finanziamenti, assistiamo a un atteggiamento di superficialità da parte delle banche e anche delle istituzioni" commenta il Presidente di Unimpresa Calabria, Giuseppe Pratticò. "Negli scorsi mesi - aggiunge - i rappresentanti delle banche e quelli delle grandi industrie hanno parlato di un nuovo rapporto tra il mondo del credito e quello delle imprese, ma non se n'è fatto più nulla: Unimpresa è pronta a collaborare e a dare voce a oltre 120mila piccole e micro aziende che quotidianamente si battono per tenere in piedi l'economia del Paese. Ci sono le risorse del quantitative easing della Bce e non vanno sprecate".