L’impresa del terzo millennio: un libro per scoprirne i valori
Può l’impresa essere strumento e di coesione e di sviluppo non solo economico, ma anche civile? È un interrogativo che è necessario porsi oggi più che mai, di fronte agli effetti di una crisi che ha travolto l’economia e il lavoro, aumentando le ineguaglianze e le tensioni, nel nostro Paese e nel mondo. "L’impresa può e deve affiancare alla ricerca del profitto anche la vocazione a essere mezzo di incivilimento e di crescita sociale –afferma Linda Gilli, presidente e amministratore delegato di Inaz– Con l’ultima pubblicazione della collana Piccola Biblioteca d’Impresa, intitolata L’impresa del terzo millennio, facciamo il punto proprio sui valori e sugli strumenti culturali e organizzativi che possono aiutarci a correggere la rotta".
In questo agile volume di 74 pagine, che nasce da uno degli incontri di cultura d’impresa che Inaz organizza periodicamente, si parte dalla riflessione teorica, con l’introduzione dell’economista Marco Vitale e i contributi di Luigino Bruni, che parla dell’economia civile nel mondo di oggi, e di Vittorio Coda, che propone i risultati dell’operato dell’Istituto per i Valori d’Impresa, nato in seno all’Università Bocconi e che raccoglie importanti esponenti del mondo accademico italiano.
Segue l’esame del paradigma e dei valori olivettiani, con contributi di Bruno Lamborghini e Carlo G. Lacaita, per riscoprire le caratteristiche e l’eredità di un’esperienza industriale fondamentale nella storia del nostro Paese. "L’esperienza olivettiana è particolarmente significativa e viva –commenta sempre Linda Gilli–. L’azienda che guido, Inaz, ha collaborato negli anni ’70 e ’80 con la Olivetti e ne condivide molti valori, tra i quali la concezione del software come incredibile patrimonio di energia umana e una forte attenzione alla cultura del personale".
E anche oggi non mancano gli esempi pratici che coniugano con successo imprenditorialità, crescita e un management che mette al centro le persone, il lavoro e la comunità: ne parlano Ali Reza Arabnia, che con la Geico di Cinisello Balsamo ha deciso di reagire alla crisi investendo nella ricerca e nell’innovazione in Italia, ed Enrico Loccioni, alla guida dell’omonimo gruppo industriale, che dai lavori per sistemare la sede tra Jesi e Fabriano ha fatto nascere un grande progetto di riqualificazione idrogeologica del fiume Esino che risolve problemi energetici e restituisce sicurezza e bellezza a tutto il territorio. Imprenditore che, con le loro aziende, si ritrovano, entrambi, nei valori olivettiani e dell’economia civile.