Libri: il delitto Silipo nell’ultimo lavoro di Bruno Gemelli

Calabria Attualità

Sarà presentata venerdì prossimo, 8 maggio, a Cosenza, nella libreria Ubik, "Lo strano delitto", l'ultimo libro di Bruno Gemelli, giornalista e scrittore. Al centro del volume, edito da Città del Sole, l'omicidio del dirigente sindacale ed esponente del Pci, assassinato a colpi di pistola a Catanzaro (era il promo aprile 1965) mentre rincasava. L'autore ne parlereà con Filippo Veltri.

Chi era Luigi Silipo? Cosa sappiamo di lui? Non molto. Protagonista di questa vicenda, ma soprattutto vittima. Non c'è una sua biografia, si fa fatica a trovare tracce del suo vissuto. Eppure ebbe un ruolo importante nella vita politica di Catanzaro e della Calabria negli anni '50 e '60 quale membro del Comitato centrale del Pci. Il primo aprile 1965, all'età di 49 anni, fu barbaramente assassinato senza sapere da chi e perchè. Verrebbe da dire, guardando al piombo che gli è arrivato addosso: "sette colpi per sette moventi".

Tante ipotesi senza venire a capo di nulla, tanti proiettili per essere sicuri che non sopravvivesse all'agguato notturno. Timido, introverso, riservato, serio, preparato, rigoroso. Si è indugiato molto nel descriverlo come un abitudinario. Sempre gli stessi ritmi di vita, sempre fedele agli stessi orari. Paradossalmente fu ucciso il giorno in cui derogò alla sua abitudine di rincasare alle 20,30. Il sicario sapeva che Gigino - così era chiamato dagli amici e dai compagni di partito - quella sera sarebbe rincasato tardissimo? O lo attese per quattro ore sotto casa? E in queste quattro ore nessuno del rione si accorse della presenza di persone estranee all'ambiente? Dubbi rimasti senza risposta.

Gli unici testimoni furono i mozziconi di sigarette "Nazionale" che gli inquirenti trovarono sul selciato del larghetto della Maddalena. Luigi Silipo aveva nemici? Temeva qualche imboscata? La prima domanda rimane tutt'ora inevasa. La seconda ha una risposta negativa, soprattutto alla luce di una lettera che scrisse cinque giorni prima di morire che trasmetteva progettualità. La vicenda è ricostruita minuziosamente dall'autore attraverso la stampa dell'epoca. La prefazione è curata da Lou Palanca, il collettivo di scrittori autore di un fortunato volume sulla vicenda.