Rossano: avvocati e Diocesi a confronto sul ruolo sociale della persona
In un secolo in cui il concetto di Umanesimo ha smarrito il suo reale significato tra la confusione dei linguaggi e dell’interpretazione, finendo per indicare una generica preoccupazione per la vita umana, si è andata delineando un’altra immagine, che è quella proposta dalla scienza, dell’uomo come “macchina biologica”. All’incontro tra impostazione giuridica e costruzione cattolica, e la possibilità di riscontrare punti di contatto tra i due modi di osservare la realtà, fa da contromisura la contestuale constatazione della presenza di molteplici elementi di divergenza tra le due visioni del mondo. In particolare, l’ambito dei rapporti familiari e la sfera delle relazioni di mercato evidenziano un approccio del diritto ai problemi emergenti in chiave autonoma rispetto alla riflessione etico-cattolica.
Sono queste le riflessioni emerse nel corso del Seminario di studio sulle convergenze e le differenze tra Umanesimo Giuridico e Umanesimo cattolico promosso dall’Unione Giuristi Cattolici Italiani – sezione Rossano, in partnership con la Diocesi Rossano – Cariati e con il patrocinio dell’Ordine degli avvocati di Castrovillari – Città di Rossano, tenutosi lo scorso sabato 23 Maggio 2015, nella Sala Rossa di Palazzo San Bernardino. All’evento, in preparazione al V Convegno Ecclesiale “In Gesù Cristo il nuovo umanesimo” che si svolgerà a Firenze tra il 9 e il 13 novembre 2015, hanno partecipato, coordinati dal Presidente UGCI Rossano, Graziella Guido: il Presidente centrale dell’UGCI, Francesco D’Agostino; la Prof.ssaAnna Lasso, docente di diritto privato presso l’Unical; il Presidente Onorario, Avv. Michele Marincolo; il consulente delegato Mons. Pino Mustaro, nonchè l’Arcivescovo della Diocesi Rossano - Cariati, S.E. Mons. Giuseppe Satriano, il quale ha espresso apprezzamento per l’iniziativa, auspicando un cammino comunitario condiviso.
Nella crisi degli umanesimi tradizionali – ha sottolineato il Presidente della sezione locale Avv. Guido - la Chiesa appare oggi tesa a proporne uno fondato sull’incontro dell’uomo con Gesù Cristo. Una nuovo concetto di umanesimo fondato sul superamento di quella falsa idea di autonomia che induce l’uomo a concepirsi come un io completo in se stesso. Laddove invece diventa io nella relazione con il tu e con il noi e nella sua relazione con Dio. In questo conflitto di immagini contrastanti di questo secolo, la parola “umanesimo” si è andata svuotando di significato ed ha finito per indicare una generica preoccupazione per la vita umana, sottoposta a problemi di tutti i tipi e ormai esposta al pericolo di una catastrofe globale. In questo panorama si è andata delineando un’altra immagine dell’essere umano che è quella oggi dominante, ovvero quella dell’uomo come “macchina biologica”, immagine proposta dalla scienza.
Nella fase del convinto riconoscimento della primazia della persona umana nel sistema – ha evidenziato il Prof. D’Agostino - si attua l’incontro tra impostazione giuridica e costruzione cattolica. Tuttavia, alla possibilità di riscontrare punti di contatto tra i due modi di osservare la realtà fa da contromisura la contestuale constatazione della presenza di molteplici elementi di divergenza tra le due visioni del mondo: in particolare, l’ambito dei rapporti familiari e la sfera delle relazioni di mercato evidenziano un approccio del diritto ai problemi emergenti in chiave autonoma rispetto alla riflessione etico-cattolica. I temi della procreazione medicalmente assistita, della maternità surrogata, delle convivenze more uxorio, delle unioni tra omosessuali, del divorzio, dell’aborto sono emblematici di una tendenza del diritto a discostarsi dall’impostazione propria del cattolicesimo.
Il collegamento tra umanesimo giuridico e umanesimo cattolico – ha aggiunto in conclusione la Prof.ssa Lasso - ovvero tra norma e principi della morale cristiana, si manifesta all’indomani dell’entrata in vigore della Costituzione, la quale, propugnando il valore basilare della persona umana, scardina le concezioni produttivistiche di una società fino ad allora ispirata alla solidarietà economica, tesa all’attuazione dell’interesse superiore della nazione. La massima produttività, la efficienza, l’autosufficienza dei mezzi finanziari hanno rappresentato, per lungo tempo, le finalità alle quali doveva tendere l’azione umana, in una prospettiva di irragionevole mortificazione dei diritti fondamentali dell’individuo e del valore della dignità. La meditata riflessione sulla irrinunciabilità della dimensione di dignità della persona si pone a fondamento della ricostruzione di un nuovo sistema, sempre più aperto alla depatrimonializzazione dei rapporti privatistici.