Svolto il secondo incontro del ciclo “Anno letterario Momò
Nella meravigliosa cornice di Villa Trozzo Scrivo, sede dell'associazione culturale "Momo' ", a Mongiana, sabato 30 maggio si è svolto il secondo incontro del ciclo “Anno Letterario Momò”. Al centro del dibattito i contenuti del volume "La Seta a Catanzaro e Lione" (Rubbettino 2007) dell’autrice catanzarese Angela Rubino.
Tante le persone arrivate dai paesi limitrofi, come gli associati dell’associazione “I Sognatori” di Torre Rugiero e della Proloco di Serra San Bruno e da diversi luoghi della Calabria.
L’evento, patrocinato da Confimpresa e dall’associazione “Briganti”, ha visto la presenza di Diego Giovinazzo, segretario nazionale di Confimpresa, dello storico Mario Saccà, del Tesoriere dell’associazione Briganti, Giuseppe Bartiromo, di Miriam Pugliese e Domenico Vivino della Cooperativa “Nido di seta”, di San Floro, di Emilio Leo, del Lanificio Leo e di Francesco Lo Giudice, Dott. Ric. In Sociologia Politica – UNICAL nelle vesti di relatore e moderatore dell’incontro.
L’intervento del presidente dell’associazione Momò, Pasquale Raffaele Demasi, ha aperto i lavori che, nel complesso hanno fornito una variegata, lucida ed intelligente riflessione sulle nuove prospettive di sviluppo del sud, partendo dall'analisi della nostra storia e dei fasti della nobile seta catanzarese. «Il volume della Rubino ci permette di compiere un affascinante viaggio a ritroso nel tempo, che ci svela i fasti di un antico passato», ha affermato Lo Giudice. L’autrice ha poi spiegato che «la lavorazione della seta è un’attività che caratterizzò per secoli l’intero territorio regionale e per un lungo periodo il capoluogo si distinse per la straordinaria qualità dei suoi manufatti, che si imposero in tutta Europa e affascinarono la corte di Francia. Le maestranze catanzaresi, infatti – ha proseguito la Rubino – insegnarono i segreti della loro arte ai setaioli francesi dando vita ad uno straordinario processo di fusione tra due culture lontane e diverse tra loro». Purtroppo oggi a Catanzaro non rimane nulla di quell’illustre passato, ma «anziché soffermarsi sul rimpianto di quello che fu – ha affermato lo storico Saccà – occorre calarsi sul territorio e valorizzare ciò che rimane, a partire dai toponimi che a Catanzaro ricordano la “Nobil Arte”». Niente rimpianti, dunque, ma il monito a rimboccarsi le maniche e ripartire sulla base delle enormi potenzialità che il nostro territorio possiede. «Eravamo un grande popolo e dobbiamo continuare ad esserlo», questo il monito dell’Associazione “Briganti”. Testimonianze concrete di forza e coraggio imprenditoriale sono state quelle di Emilio Leo e di Domenico Vivino. Preziose le riflessioni di Diego Giovinazzo sulla «necessità di sostenere gli imprenditori dal punto di vista finanziario, al fine di incentivare l’avvio di nuove attività, proprio come un tempo si faceva con i produttori di seta.
Ha concluso i lavori il presidente di MoMò, Pasquale Raffaele Demasi ringraziando tutti i presenti per la partecipazione attiva alla manifestazione, augurandosi che il dibattito possa diventare motivo e stimolo per la nascita di nuove realtà imprenditoriali e cooperative sul territorio.
Poi, sulle note dei The Clack's Bat, i presenti hanno potuto osservare con stupore e ammirazione, come nasce la seta, grazie al procedimento di trattura dal vivo eseguito dai ragazzi di “Nido di Seta”.
Il concerto di Jazz e Blues si è prolungato per oltre due ore.
La serata è stata suggellata dalla degustazione di uno squisito aperitivo a base di prodotti tipici della nostra terra, fornito dagli sponsor Suppa Salumificio Su.Sa. srl., Caseificio La Cittadina, del Ristorante Hotel degli Amici e dell’Agriturismo il Casale.