Inchiesta Fincalabra: rito abbreviato, chieste condanne a un anno
Si è tenuta oggi, davanti al giudice per l'udienza preliminare del Tribunale di Catanzaro Assunta Maiore, l'udienza del processo che vede imputati in concorso, per il reato di abuso d'ufficio, Umberto De Rose, Antonio Idone, Leonardo Molinari, Giuseppe Lelio Petronio, Flavio Alfredo Talarico, Sergio Campone, Giuseppe Frisini e Vincenzo Ruberto, difesi dagli avvocati Franco Sammarco, Giovanni Canino, Crescenzio Santuori, Francesco Iacopino, Gregorio Viscomi e Domenico Galati, tutti componenti del Consiglio d'amministrazione della Fincalabra e della commissione esaminatrice per la scelta dei soggetti cui affidare incarichi nello stesse ente. Agli indagati è stato contestato il reato di abuso d'ufficio (anche le minacce per il solo De Rose).
Il pubblico ministero, sulla scorta della documentazione acquisita, ha modificato oggi l'imputazione ritenendo che le norme di legge violate dagli imputati fossero legate al reclutamento del personale e all'utilizzo di contratti di lavoro flessibile. I difensori degli imputati che non hanno scelto il rito abbreviato hanno chiesto termine a difesa, a seguito della modifica dell'imputazione, e per le relative posizioni interessate, tra le quali quella di Umberto De Rose, difeso dall'avvocato Sammarco, il processo è stato differito al 18 giugno prossimo.
Al contrario, i difensori degli imputati ammessi al rito abbreviato, dopo aver preso atto della modifica del capo di imputazione, hanno confermato la scelta del rito e chiesto di discutere il processo. Il pubblico ministero, al termine della discussione, ha chiesto la condanna a un anno di reclusione per Giuseppe Frisini, Sergio Campone, Vincenzo Ruberto e Antonio Idone. Gli avvocati difensori Giovanni Canino, Francesco Iacopino, Crescenzio Santuori e Gregorio Viscomi, nelle loro arringhe, hanno contestato l'ipotesi d'accusa evidenziando come, anche alla luce delle integrazioni documentali disposte dal giudice, e tenendo sempre conto delle recenti pronunce delle Sezioni Unite della Cassazione, non sia possibile inquadrare la finanziaria regionale quale società in house della Regione Calabria. Inoltre, ad avviso dei difensori, Fincalabra nel conferimento degli incarichi professionali non sarebbe soggetta alla disciplina applicabile alle pubbliche amministrazioni. Rispetto a queste tesi il giudice deciderà nella prossima udienza del 24 luglio prossimo. (AGI)