Seminario “Com.in. 2.0”, Bruno: “integrazione alla base coesione del territorio”

Catanzaro Attualità

L’immigrazione è una grande sfida non solo per il nostro Paese, ma per tutta l’Europa. L’integrazione è alla base della coesione del territorio, e soprattutto per l’Italia che resta una e indivisibile, fondata sull’accoglienza”. E’ quanto ha affermato il presidente della Provincia di Catanzaro, Enzo Bruno, partecipando al seminario conclusivo del progetto europeo “COM.IN. 2.0 - Competenze per l'Integrazione” che si è tenuto questa mattina nella sala della Casa delle culture, nella sede dell’amministrazione provinciale, alla presenza tra gli altri del dirigente generale del Dipartimento - Regione Calabria, Antonio De Marco.

L’obiettivo strategico del progetto arrivato all’evento finale è stato migliorare l’accesso ai servizi per i cittadini di Paesi terzi attraverso il coordinamento a livello territoriale tra istituzioni, enti locali e associazioni del terzo settore. “La Provincia di Catanzaro è disponibile a fare la propria parte, attivando metodologie innovative per migliorare efficacia ed efficienza negli adempimenti amministrativi: incrementare la capacità delle reti di rilevare, monitorare e contrastare i fenomeni di discriminazione è fondamentale per offrire servizi adeguati a tutta la comunità – ha affermato il presidente Bruno -. Acquisire competenze per l’integrazione significa contribuire a rinsaldare un tessuto sociale che ha bisogno di maggiore coesione per guardare al futuro con fiducia in nuove prospettive di sviluppo. L’accoglienza fa parte dell’identità di un Paese come l’Italia, ed in particolar modo del Meridione che è stata terra di emigrati e di migranti.

Non possiamo riconoscerci nelle politiche respingenti dei governatori della Lega che contrastano con l’obiettivo ultimo della costituzione degli Stati uniti d’Europa, una comunità di nazioni fondata sull’accoglienza, sull’integrazione e sulla solidarietà. Quello dell’immigrazione, però, non può essere un fenomeno rimesso all’esclusiva gestione dell’Italia e del Sud: migliaia di migranti che fuggono dalla guerra e dalla povertà diventano un “problema” da affrontare per le democrazie moderne a cui quelle persone in cerca di un futuro possibile guardano con speranza. Al governatore Maroni – ha concluso Bruno – vogliamo semplicemente ricordare che i prefetti non rispondono ai presidenti di Regione ma al governo nazionale, ed il nostro ha il suo baricentro nell’accoglienza e la coesione sociale nel sistema fondante”.