Rapani: Comune di Rossano a rischio corruzione: la politica che fa?
“Anche questo uno dei motivi per i quali ho deciso di dimettermi da Consigliere Comunale": è quanto dichiara è Ernesto Rapani, dirigente nazionale di FdI-AN.
"Con nota - continua - protocollata in data 5 maggio 2015, mentre ero ancora in carica quale consigliere comunale, nonché capogruppo del gruppo consiliare FdI-AN, ho inoltrato richiesta al segretario generale, quale garante della prevenzione sull’anticorruzione del Comune di Rossano, di dettagliata relazione sugli incarichi e sui servizi, conferiti dall’amministrazione comunale dalll'1 gennaio 2014 al 30 aprile 2015, data ultima per l’approvazione del bilancio consuntivo, riportante nome e cognome dell’incaricato, oggetto dell’incarico, atto con il quale è stato conferito l’incarico, procedura utilizzata per la individuazione la valutazione e la scelta del professionista, conformità della procedura utilizzata al regolamento vigente nel Comune di Rossano sul conferimento degli incarichi e dei servizi.
Detta mia nota – continua Rapani - ha trovato riscontro con nota del 11 maggio a firma del Segretario Generale, il quale sostiene che, egli non è garante dell’anticorruzione e che il sottoscritto in qualità di consigliere comunale si sarebbe dovuto recare presso i vari uffici per poter attingere ad ogni notizia utile.
Tale mia richiesta, a tutela dell’incarico svolto fino a quel momento, scaturiva da quanto previsto dalla legge in materia di trasparenza che prevede un programma triennale per la trasparenze e la relativa attuazione, tra l’altro detto obbligo è riportato anche nell’atto Sindacale di nomina con il quale il Segretario Generale del Comune di Rossano viene nominato direttamente dal Sindaco “Responsabile in Materia di Prevenzione dell’Anticorruzione e Attuazione del Programma Triennale sulla Trasparenza.
Nei Comuni dove non c’è la figura del Direttore Generale –conclude il Dirigente Nazionale di FdI-AN - è il Segretario Generale che deve provvedere, senza obiezioni, in esercizio delle proprie funzioni di coordinamento a dare una risposta esaustiva e non soprassessoria.
Una inottemperanza potrebbe far intravedere una violazione dell’art. 328 del codice penale, (rifiuto/omissioni in atti di ufficio).”