False revisioni: smantellata associazione, dieci arresti

Reggio Calabria Cronaca

Gli uomini del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Reggio Calabria, con il coordinamento della Procura della Repubblica di Palmi e in esecuzione di un provvedimento emesso dal Gip dello stesso Tribunale, hanno posto sotto sequestro 2 centri di revisione auto nella provincia reggina, 125 carte di circolazione ed eseguito 10 misure cautelari nei confronti di altrettanti soggetti smantellando una presunta associazione a delinquere finalizzata all’esecuzione di false revisioni di automezzi.

Nello specifico, le indagini dei Finanzieri di Palmi, effettuate anche attraverso intercettazioni telefoniche e videoriprese, avrebbero permesso accertare come moltissime revisioni di veicoli sarebbero state effettuate in assenza degli stessi automezzi, cioè in maniera incompleta mentre alcuni ingegneri in servizio presso la Motorizzazione Civile di Reggio Calabria, che a norma di legge sono incaricati di effettuare i previsti controlli sui veicoli di peso superiore alle 3,5 t, avrebbero fatto risultare come regolarmente eseguite le revisioni omettendo, di fatto, l’esecuzione dei controlli obbligatori e inserendo, nei report finali, prove strumentali relative ad altri mezzi al fine di far risultare idonei quelli che risultavano essere in condizioni tecniche non in linea con la normativa e, quindi, costituenti un gravissimo rischio per la sicurezza stradale.


I DETTAGLI DELL’OPERAZIONE

I finanzieri di Palmi hanno eseguito dieci misure cautelari personali, fra la provincia di Reggio Calabria e Messina, di cui sei nei confronti di funzionari della Motorizzazione Civile di Reggio Calabria. Sequestrate anche due sedi del centro revisioni “Cmp Revisioni” e 125 carte di circolazione di mezzi pesanti ed autoveicoli.

L’attività investigativa, coordinata dal Procuratore Capo della Repubblica di Palmi, Ottavio Sferlazza, e dal Sostituto Luigi Iglio, e condotta dai militari della Guardia di Finanza, avrebbe permesso di ricostruire il modus operandi attraverso il quale venivano effettuate le false revisioni e di verificare l’esistenza di “un’associazione a delinquere finalizzata alla commissione di numerosi reati di falso in atto pubblico”.

Le Fiamme Gialle, al termine dell’indagine, hanno contestato che presso il “CMP Revisioni” i controlli sarebbero stati svolti in maniera incompleta o, in molti casi, senza che i veicoli fossero realmente presenti. In particolare, i funzionari della Motorizzazione, per i quali la normativa prevede obbligatorio l’intervento per le revisioni di mezzi la cui massa a pieno carico risulta superiore alle 3,5 tonnellate, nell’esercizio delle proprie funzioni ed investiti della carica di Pubblico Ufficiale, in diverse sedute avrebbero fatto risultare come regolarmente eseguite le revisioni senza effettuare i controlli e inserendo, nei report finali, prove strumentali relative ad altri mezzi.

Secondo gli inquirenti, inoltre, i responsabili dei centri di revisione, per “agevolare” determinati clienti, avrebbero inserito i mezzi in condizioni particolarmente a rischio in relazione alla turnazione dei funzionari della motorizzazione civile incaricati, evitando così la bocciatura dei controlli.

IL PROVVEDIMENTO, disposto da Fulvio Accurso, Gip presso il Tribunale di Palmi, è stato emesso nei confronti di Francesco Fonti, 58enne di Cinquefrondi, Michele Amato, 39enne nato a Esslingen (Germania) e Antonio Marzo, 30enne di Polistena (rispettivamente titolare e dipendenti dei centri di revisione e per i quali sono stati disposti i domiciliari); Giancarlo Cutrupi (65enne reggino), Nicola Bardetta (58enne di Messina), Demetrio Geria (57enne di Reggio Calabria) Giuseppe Vilasi (60enne di Reggio Calabria), Orazio Calabrò (65enne di Reggio Calabria), Paolo Rosario Foti (58enne di Bagnara), tutti ingegneri della Motorizzazione Civile di Reggio Calabria e Serafino Mangeruga (59enne di Polistena), altro socio del centro revisioni, per i quali è stata disposta la misura cautelare dell’obbligo di dimora.

Tra i beni sequestrati figurano la sedi del Centro Revisioni di Cinquefrondi e Polistena, entrambe consorziati con il “CMP Revisioni”.

“Ulteriori sintomatici elementi dell’irregolare esecuzione delle revisioni - affermano gli investigatori - sono pervenuti dalle risultanze delle attività di intercettazione telefonica e video, nonché dagli esiti delle attività di perquisizione e successiva acquisizione documentale, dalla disamina dei quali sono risultate numerose anomalie e incongruenze tra il numero di veicoli che accedevano alle diverse sedi e il numero di revisioni effettuate nello stesso giorno, nonché discrasie inerenti i tempi necessari per una corretta esecuzione dei controlli”.

Queste condotte, attraverso attestazioni di idoneità ritenute “false e artificiose”, avrebbero immesso in circolazione mezzi in condizioni che presentavano delle “evidenti anomalie, nella consapevolezza dello stato di inadeguatezza ed elevato pericolo per la circolazione stradale e, di conseguenza, per la sicurezza della collettività”.