Amendolara.Ciminelli: “Migranti, ci aiuti il Governatore Oliverio”

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"Amendolara non è in grado di gestire l’accoglienza ai migranti. Lancio un appello al presidente della Regione Calabria, Mario Oliverio affinché venga in paese e sia al nostro fianco".

È quanto dichiara il sindaco di Amendolara, Antonello Ciminelli che stamane, venerdì 19 giugno, ha incontrato il Prefetto di Cosenza, Gianfranco Tomao, insieme ai primi cittadini di Rocca Imperiale, Oriolo, Castroregio, Nocara, Albidona, Villapiana, Trebisacce, Roseto Capo Spulico e Cassano.

"Rispetto la posizione del Prefetto di Cosenza, ovviamente in linea con le disposizioni del Ministero dell’Interno – continua Ciminelli - e gli sono grato per la sua vicinanza. Però la situazione sul campo è diversa dalla percezione del problema che ha il grande pubblico. L’Amministrazione Comunale di Amendolara è contraria alla presenza di immigrati soprattutto nel periodo estivo. È un appello che lancio a tutti gli amministratori della Sibaritide, perché quello che sembra un problema confinato alla nostra comunità, in realtà interessa ogni singolo Comune della fascia jonica".

"Non è più il tempo di posizioni dubbie e intermedie: oggi – dichiara il Sindaco del Paese della Secca - tocca a noi risolvere una questione così spinosa, domani saranno altri chiamati a dare risposte ai propri cittadini. Siamo ben coscienti del destino di tante persone che lottano per la sopravvivenza sfidando il mare e le vessazioni dei Paesi da cui partono. Così come rigettiamo l’atteggiamento di chi, come SALVINI, strumentalizza l’emergenza migranti per il semplice tornaconto politico del momento".

"Nella mia comunità - conclude Ciminelli - non ci sono mezzi per accogliere nel miglior modo possibile. L’incapacità del Governo e la solita storiella della gestione momentanea della crisi non può essere sopportata da piccoli centri che fanno fatica a decollare. Se avremo un calo del flusso turistico, chi ci darà una mano. Renzi? Tutti se ne laveranno le mani. Io ho il dovere di tutelare i miei cittadini qui e ora. Soprattutto dalla possibilità che possa esplodere un’emergenza anche sanitaria".