Incontro pubblico del movimento “Reggio non tace”
"Nella sala teatro dell’Istituto San Vincenzo de’ Paoli, il Movimento Reggionontace ha indetto un incontro pubblico in cui si è fatto promotore di alcune questioni molto importanti per la vita di ciascuno di noi condensate sotto un titolo che a qualcuno (pochi in verità!) è risuonato in modo provocatorio, ma che, invece, vuole rivelare che non è più tempo di aspettare che le istituzioni compiano i loro passi senza che i cittadini non le interpellino con un’azione continua e esigente". E' quanto si legge in una nota del movimento Reggio non tace.
"“I conti in sospeso” - continua la nota - ecco il titolo che dichiara che in tempi di crisi non possiamo più permettere a noi stessi e a nessuno di abbassare la guardia, non possiamo più consentire che vengano calpestati diritti fondamentali come la casa, la salvaguardia dell’ambiente per la salute di tutti (specialmente dei soggetti più a rischio come i bambini), la democrazia e la partecipazione nelle decisioni che toccano l’uguaglianza sociale. Non possiamo renderci complici di chi vuole abbassare i livelli di umanità, di chi pensa che, disumanizzando la realtà, può controllare il mondo in modo facile, di chi vuole negare la solidarietà che è una risorsa piuttosto che un ostacolo alla promozione della vita!
Questo è stato il clima della serata, in cui, in modo ordinato e molto competente, abbiamo affrontato alcune questioni (tra le tante) che in questi anni come movimento abbiamo sentito essere parte integrante di quel processo di formazione della coscienza che è per noi il terreno privilegiato per la lotta contro la criminalità e le varie forme di ingiustizia.
Abbiamo esordito con la questione degli Alloggi popolari.
I nostri ospiti, Giacomo Marino e l’avv. Francesco Nucara, hanno spiegato in modo molto lucido questo problema che il Comune di Reggio soffre da tanti anni. Come si ricorderà è in atto una class-action nei confronti dell’Amministrazione Comunale perché possa - finalmente – fare le dovute verifiche sul possesso dei requisiti di chi occupa gli alloggi, perché finalmente giunga alla serena decisione di assegnare le case (che ci sono!) a chi ne ha diritto e regolarizzando tutte le situazioni anomale che si registrano in alcune zone della città (come Arghillà). La prossima settimana la causa verrà discussa al TAR, e il Movimento continuerà il suo impegno di informazione e sensibilizzazione tutta la cittadinanza su questo punto.
Il secondo momento della serata è stato scandito dalla questione sulla concreta attivazione del Registro dei Tumori della regione Calabria. Come è noto, il Movimento, in proposito, ha promosso una petizione, raccogliendo migliaia di firme nell’arco di questo ultimo anno; in più occasioni ha chiesto alle autorità competenti di attivare concretamente questo registro. Abbiamo ricevuto sempre risposte ambigue, se non contraddittorie dai vari attori. Durante l’assemblea del 13 giugno Il dott. Fabio Foti, medico di base, ha spiegato in modo preciso e con dati alla mano, che l’istituzione del registro regionale non solo permetterebbe di mappare eventuali zone a rischio, ma permetterebbe anche di poter incidere (una volta messo a regime) sugli stili di vita di tutti, lavorando quindi sulla prevenzione. L’ex consigliere regionale Giordano ci ha informato sul lungo iter necessario per istituire questo registro, evidenziando che, al momento, solo la provincia di Catanzaro lo ha attivato, mentre le altre provincie non lo hanno fatto ancora: questo appunto rallenta l’iter, che comunque non può essere immediato, ma ha bisogno di un paio d’anni per l’implementazione.
Parlando delle zone a rischio rivelate con la desecretazione di atti che dimostrano che rifiuti altamente tossici e altamente radioattivi sono stati interrati in varie zone della Calabria, si è deciso di promuovere iniziative e fare pressione presso l’opinione pubblica per far conoscere questi fatti e per costruire una proposta di legge che consenta di condannare gli autori di questi atti che qualificare criminali sembra poco! Non possiamo finire come nella Terra dei Fuochi dove i mandanti e gli esecutori di questo sterminio di innocenti non hanno pagato nemmeno con un giorno di galera, perché il reato loro imputato era prescritto!
Ultimo argomento dei ‘conti in sospeso’ è stato l’Esposto alla Procura della Corte dei Conti che, nonostante sia stato corredato da ulteriori tre istanze, a partire dal 2013, non ha ancora trovato risposta. Anche qui la raccolta di firme da parte del Movimento a sostegno dell’iniziativa è stata considerevole; anzi abbiamo avuto riscontro da tutta Italia su questa questione, cruciale nella vita di un Comune come quello di Reggio Calabria che ha un “buco” di centinaia e centinaia di milioni di euro. Se la popolazione dovrà accollarsi per anni e anni tasse aumentate alla massima aliquota a causa di questo deficit, com’è possibile che nessuno degli amministratori responsabili di questa voragine finanziaria non paghi, contribuendo così a restituire ciò che ha sottratto alle tasche di tutti? Non è possibile che in una città commissariata per contiguità con la ‘ndrangheta non si possa indagare sulla probabile “spartizione” di denaro pubblico! Nelle settimane prossime il Movimento chiederà un incontro formale al Procuratore Regionale della Corte dei Conti per affrontare in modo decisivo la questione.
Alla fine dell’incontro, ma non trattata come cosa marginale, si è presa in considerazione la mancata risposta del Sindaco Giuseppe Falcomatà alla richiesta, formalizzata ad un mese dalla sua elezione da parte del Movimento (regolarmente consegnata al protocollo del Comune), di un incontro pubblico. Abbiamo, quindi, stabilito che a breve chiederemo l’indizione di un’Assemblea Pubblica secondo lo Statuto comunale (art. 20); per questo avremo bisogno di almeno 400 firme dei cittadini perché la richiesta possa essere indetta. Nel formulare questa proposta, abbiamo, però, sottolineato che contenuti di questa assemblea saranno proprio i vari “conti in sospeso” perché è meglio far convergere le problematiche in un unico alveo anziché dividerle e far perdere loro quel valore che durante l’incontro abbiamo sperimentato.
Dobbiamo imparare e insegnare a non essere indifferenti; ricordiamo quello che ha scritto Gramsci e proviamo a interiorizzarlo e a viverlo proponendolo giorno dopo giorno: “Vivo, sento nelle coscienze della mia parte già pulsare l’attività della città futura che la mia parte sta costruendo. E in essa la catena sociale non pesa su pochi, in essa ogni cosa che succede non è dovuta al caso, alla fatalità, ma è intelligente opera dei cittadini. Non c’è in essa nessuno che stia alla finestra a guardare mentre i pochi si sacrificano, si svenano. Vivo, sono partigiano. Perciò odio chi non parteggia, odio gli indifferenti”.