Cittadini di Reggio scrivono ai “fratelli greci”

Reggio Calabria Attualità

"Fratelli Greci, Signor Tsipras, Signor Varufakis, Signor Kammenos: scriviamo da Reggio Calabria, una città che di grecità ha molto ed in primo luogo la fondazione; la nostra è la vostra storia ed è storia millenaria di grandissima cultura e civiltà. Si tratta di un legame ancestrale e profondo che, malgrado il susseguirsi di tempi sciagurati (ed i nostri in particolare) non si è mai reciso". Questo l'incipit della lettera che Carmelo Santonocito ed altri cittadini hanno scritto ai cittadini greci.

"Quanto avete fatto - continua la lettera - in questi ultimi mesi, ha dell’incredibile ed è assolutamente meraviglioso: avete, una volta ancora, insegnato al mondo che cosa è il coraggio, la dignità, la coerenza e l’onore. Avete fronteggiato, da soli, la prepotenza della dittatura finanziaria mondiale, il cinismo dei poteri bancari, l’avidità dei loro manutengoli e la supponenza sprezzante dei feudatari del nord Europa.

Fratelli Greci, avete dimostrato pazienza nei lunghi anni di una crisi caparbiamente voluta altrove ed aggravata con fredda determinazione dagli affamatori dei popoli; come, successivamente, avete dimostrato un coraggio senza pari, in questa nefasta vicenda, quando avete deciso, col vostro libero voto, di farla finita con quella schiera di beccamorti della democrazia, dei diritti umani e delle conquiste sociali che sono i pezzi grossi di questa Europa barbara. E voi, Signor Tsipras, Signor Varufakis, Signor Kammenos, avete ricordato ad un mondo di microcefali rassegnati che cosa significa essere coerenti col mandato ricevuto dal Popolo sovrano e, col sostegno del Popolo Greco, avete resistito alle blandizie ed alle minacce neppure troppo velate. Avete dato una importante lezione al mondo e ci avete fatto sognare; avete fatto sognare e rinascere la speranza in chi, come noi, non sopporta più questa società convulsa sottoposta all’unico Dio Denaro, col sacerdozio dei banchieri e dei politici loro servi. Ora, col referendum del 5 luglio, Fratelli greci, potete iniziare a cambiare il mondo urlando in faccia a costoro un altro OXI, come quello del 28 ottobre 1940, forse ancora più eroico ed importante di quello.

Questa Europa dell’usura non ha che l’arma della paura. Non cedete, fratelli Greci, alle sirene del terrore che sibilano condanne all’eresia, all’apocalisse ed alla catastrofe: si tengano il loro Dio Denaro, quello si falso e bugiardo; la fine dell’euro, al contrario di quanto sgangheratamente dicono loro, sarà la rinascita dei popoli e della loro libertà nella solidarietà sociale e nel rispetto dei valori autentici della vita. Entro breve tempo la Grecia si riprenderà, prospera, libera e sovrana e nessun burocrate germanofono potrà più farvi i conti in tasca.

Siate ancora una volta voi, fratelli Greci, così come è stato nella storia, ad indicare con il coraggio e la coerenza, la via per il riscatto dei popoli dalla schiavitù delle banche e dei loro meschini interessi.

Fate che il 5 luglio diventi un giorno di festa per voi e per tutti i popoli; il giorno della festa, ancora una volta, dell’OXI. Ed ancora una volta il mondo onorerà e si inchinerà ad Achille ed Ulisse; a Leonida, Temistocle e Pericle; a Parmenide, Socrate , Platone ed Aristotele.

Merkel , Schauble, Draghi, Lagarde e compagni appariranno, al loro ed al vostro cospetto, per quello che sono: infime e meschine figure di contasoldi per conto terzi.

Fratelli Greci, Signor Tsipras, Signor Varufakis, Signor Kammenos e gli altri Dirigenti: grazie ancora per quanto fatto fino ad ora! Coraggio, manca ancora un OXI il 5 luglio: non siete e non sarete soli!".