Rende, grande partecipazione al convegno sulle quote rosa

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Conquiste che sono il frutto di battaglie vinte grazie allo stare insieme delle donne, percorsi di autodeterminazione e riappropriazione dell'identità femminile partendo dal quotidiano fino ai luoghi decisionali del potere: il ruolo delle donne attraverso l'esperienza politica di Lella Golfo, ospite ieri sera a Rende di una conversazione a più voci, assume oggi i contorni di un percorso caratterizzato da modelli virtuosi e buone pratiche da seguire.

Al museo del Presente l'assessora Marina Pasqua componente di una giunta che vanta un ruolo centrale per le donne, ha introdotto la discussione che ha visto alternarsi le esperienze di Mariangela Cozza, Filomena Greco, Flora Sculco, Adriana Toman.

"La mia -ha affermato la fondatrice ed attuale presidente della fondazione Bellisario- è una storia di una donna del sud, di una coscienza civile e politica che nasce e si forma in un ambiente che affonda le proprie radici nel comunismo": la Golfo parte dai legami familiari per costruire quella che lei chiama "rivoluzione lenta" che l'ha condotta dall'impatto con il regime Ceausescu sino all'approvazione in parlamento della legge 120/2011.

L'introduzione delle quote di genere nei consigli d'amministrazione delle società quotate e a partecipazione pubblica muove dalla consapevolezza, mai mutata, che impegno civile e morale siano sinonimo del fare per gli altri e non per se stessi: "dobbiamo far sì che la nostra esperienza -ha proseguito l'ex deputata- sia sprone per le giovani generazioni: non bisogna fermarsi davanti agli ostacoli, ma superarli per perseguire sino in fondo i propri obiettivi.".

E gli effetti della legge 120 sono stati epocali: lo ha affermato Mariangela Cozza attraverso la sua esperienza lavorativa a Reggio Calabria -è stata la prima presidente nel collegio sindacale di una società partecipata- dove, nonostante rimostranze e ostacoli, ancora oggi opera.

Anche Filomena Greco ha narrato il suo percorso: cammino all'inverso rispetto a quello di Lella Golfo. "Dopo venticinque anni lontano -ha detto l'avvocato- ho deciso di ritornare nella mia terra per occuparmi con i miei fratelli dell'azienda fondata da mio padre. È stato difficile scardinare i meccanismi perversi che caratterizzano il nostro territorio. La legge 120 ha cambiato prospettiva, ha portato le donne a ricoprire ruoli decisionali da sempre retaggio degli uomini.".

Le difficoltà nel contrattare con i colleghi sull'introduzione delle quote di genere non ha di certo scoraggiato l'unica consigliera regionale Flora Sculco: " l'accesso delle donne in politica è un principio di democrazia in linea con gli altri paesi. La sfida che la Calabria lancia è insieme diritto e dovere da affrontare per le donne e, allo stesso tempo, serve a superare quel maschilismo che altrimenti ci trascineremmo all'infinito. Dobbiamo abbattere queste barriere architettoniche e far sì che l'obbligo di legge divenga maturità culturale necessaria a introdurre nelle stanze del potere anche le donne.".

Anche Adriana Toman, sollecitata sul contributo di donne e cultura nel processo di cambiamento sociale, ha parole dure riguardo la nostra società: "le quote rosa sono sinonimo oggi di inciviltà, ma sono percorso educativo obbligatorio in un luogo dove sono le stesse donne a non sostenere le donne e ad essere complici di quei modelli sessisti di cui siamo ancora oggi succubi."."

Le conclusioni sono state affidate al sindaco Marcello Manna che ha posto l'accento sull'apporto delle donne nel percorso storico e democratico del nostro paese: "la presenza femminile nei movimenti politici è sempre stata importante -ha affermato il primo cittadino- i percorsi di idealità in politica, così presenti ieri, oggi vengono a mancare. Bisogna farci carico di questo deficit per le giovani generazioni.".

"Rende -ha concluso l'avvocato- deve progettare il suo futuro e non sarebbe pensabile farlo senza le donne: la giunta ed il consiglio della nostra città sono l'esempio di un buon governo che pensa aldilà delle leggi sulle quote di genere".