Crisi. Paola: borse di studio per gli orfani di genitori suicida
Importante incontro-dibattito, quello ospitato dalla sede delle Acli di Paola, sabato 11 luglio, e organizzato dall’associazione politico- culturale “Paola che vorrei”. La presentazione della costituzione di un fondo per l’attribuzione di borse di studio ai figli orfani di genitori che hanno scelto la strada estrema del suicidio, vittime della crisi economica.
A promuovere l’iniziativa il “MODAVI ONLUS” Movimento delle Associazioni di Volontariato Italiano, fondato nel 1996 e nato come Associazione di Volontariato, dal 2004. Al centro dell’Azione del “MODAVI” la persona e la convinzione che, essere cittadino attivo, significhi dare un po’ di se stessi al prossimo in base all’idea che muove il movimento, ossia, quella di “aiuto”. In linea, dunque, con l’humus associativo, un “atto concreto” rappresentato dalle borse di studio che saranno finanziate dal ricavato dalla vendita del libro “Inno alla vita – suicidi di Stato” a firma di Lorenzo Facchinetti e Girolamo Melis .
Ad illustrare il progetto, riuscito a diventare un “fatto”, Maria Teresa Bellucci, Presidente del “Modavi; Massimo Canu , del Comitato scientifico del libro; e i parlamentari, nonche’ fondatori dell’associaizone politico- culturale “ Calabria Terra Libera”, Francesco Molinari e Sebastiano Barbanti che hanno dato un grosso contributo alla causa, attraverso, non solo la raccolta di una somma pari a 20.000 euro in seno al Parlamento a favore del fondo, ma anche destinando parte della loro diaria alla causa. Ad aprire i lavori , i saluti del Presidente di “Paola che vorrei”, Francesco Sarpa.
“Dare una risposta concreta – ha detto intervenendo nel corso della presentazione , Maria Teresa Bellucci- significa per noi spendersi ogni giorno per gli altri. Dare una risposta concreta, significa per noi, aver lavorato per mesi alla stesura di questo libro. Dare una risposta concreta, significa per noi, consentire ad un bambino di ricevere le cure di cui necessita. Perché non si possono dare risposte concrete quando si resta chiusi nelle proprie case o uffici, senza avere la possibilita’ di tendere la mano all’altro.
Massimo Canu ha sottolineato, poi, come in mezzo alle spiegazioni che spesso si danno ai sucidi, si dimentica troppe volte di dire, attribuendolo a ragioni legate all’ uso e abuso di droghe e alcool, che la mancanza o il venir meno del lavoro rappresenta, spesso, il motivo scatenante, perché il lavoro è l’unico strumento in grado di dare dignita’ alla persona.
E’ la vergogna- ha aggiunto- il sentimento che, quando diventa insopportabile perché è diventata insostenibile la sensazione di impotenza con cui si fa i conti ogni, volta che si guarda negli occhi i propri cari , con la consapevolezza di sapere che chi sta dall’altra parte conosce la situazione lavorativa, o i propri dipendenti a cui si è costretti a comunicare licenziamenti o chiusure di attività, che spinge al gesto estremo. E allora ha concluso- l’unico modo a disposizione per mettere la parola fine ad una triste escalation è dare speranza di un futuro migliore”. Dell’escalation, nella sua relazione, l’onorevole Sebastiano Barbanti, ha restituito dati drammatici, soprattutto per quel che riguarda il sud.
Quegli stessi dati che lo hanno spinto , assieme a Molinari, a dare un aiuto concreto alla costituzione del fondo economico. Barbanti ha mostrato i numeri di un fenomeno a tinte scure. Un totale di 439 sucidi causati da difficolta’ lavorative, di cui il 45% rappresentato da imprenditori e il 42% da disoccupati. “ Al sud- ha detto Barbanti- si deve, urgentemente, abbandonare il ricorso all’assistenzialismo per puntare allo snellimento di una burocrazia e pubblica amministrazione che supporti le aziende. Perché se non si riprendono in mani le redini di una economia in grado di girare, facendo muovere quella del sud- ha aggiunto- per il Paese intero non ci sarà alcuna speranza di risalita. Le conclusioni sono state affidate al senatore Francesco Molinari.
“ Il suicidio rappresenta la disperazione di chi ha perso all’interno della comunita’ il senso di appartenenza, di chi dalla comunità e’ stato lasciato solo. E’ questo muro che dobbiamo abbattere e, noi attraverso la nostra azione in parlamento ci stiamo provando. Un esempio concreto- ha detto Molinari- i provvedimenti per l’impignorabilita’ della prima casa per debiti erariali, la rateizzazione dei debiti di equitalia e poi, forse più importante, l’aver individuato la legge n° 3 del 2012 che ad oggi, forse volutamente, viene travolta dall’onda della disinformazione.
Si tratta di una legge che promuove l’esdebitamento, ossia, che consente ai cittadini di liberarsi dai debiti quando si riesca a mostrare la natura incolpevole dell’impossibilita’ di prestare fede agli impegni assunti col fisco. La raccolta fondi dal ricavato dalla vendita del libro o la donazione fatta col collega Barbanti- ha concluso Molinari- non rappresenta carità pelosa , ma qualcosa di più. Un gesto e un segnale concreto di vicinanza ha chi ha bisogno di immaginare e credere in un futuro più positivo”.