Sbarco 328 migranti: 5 scafisti egiziani arrestati
A conclusione di serrate indagini coordinate dalla Procura della Repubblica di Reggio Calabria, nel tardo pomeriggio di giovedì 23 luglio scorso, la Squadra Mobile reggina ha sottoposto a fermo di indiziato di delitto cinque scafisti di origine egiziana che avrebbero condotto l’imbarcazione sulla quale viaggiavano 328 migranti sbarcati al porto di Reggio Calabria nella mattinata del 23 luglio, dopo essere stati soccorsi in mare dalla nave della Guardia Costiera svedese “Poseidon”: Mohamod Ebraihm Abdallah, 19 anni; Mohammed El Saied Ahmed, 30 anni; Ahmed Mohammed Ebraihm 38 anni; Mohammed Ezat Ebraihm, 29 anni; Salah Mohamed Saelam 39 anni;
Ai 5 cittadini stranieri, sono stati contestati i delitti di associazione per delinquere finalizzata al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, essendosi associati tra loro al fine di commettere una serie indeterminata di delitti volti a procurare l’ingresso illegale nel territorio dello Stato Italiano (art. 12, commi 1, 3 lett. a), b) e d), 3 bis e 3 ter del D.lgs. n. 286 del 1998), avvalendosi di mezzi di trasporto terreste e navale, con ripartizione di ruoli e compiti di ciascuno degli associati, allo scopo di:
reclutare soggetti interessati ad entrare illegalmente, via mare, in Italia, dietro pagamento di somme di denaro (corrispettivo del prezzo del viaggio); organizzare ed eseguire, unitamente ad altri soggetti, in tutte le fasi, il successivo trasferimento verso l’Italia, attraverso una rete organizzativa costituita da uomini e mezzi di trasporto terrestri, per raggiungere le località di mare di partenza (nord-africane) e navali per effettuare la traversata del Mar Mediterraneo in direzione della Calabria; assumere - i soggetti stranieri sottoposti a fermo di indiziato di delitto - il ruolo di scafista e/o addetto al governo dell’imbarcazione utilizzata per il trasferimento in Italia degli immigrati clandestini.
Ai cinque soggetti fermati, sono stati altresì contestati i reati di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina (artt. 110 c.p. e 12 co. 3 lett. a, b, c e d, co. 3 bis e 3 ter D. Lgs. 286/1998) perché, in concorso tra loro e con altri soggetti allo stato non identificati, conducevano dalle coste egiziane verso il territorio dello Stato italiano un’imbarcazione priva di bandiera, poi abbandonata alla deriva, a bordo della quale viaggiavano i 328 migranti giunti al porto di Reggio Calabria dopo essere stati tratti in salvo dalla nave della Guardia Costiera svedese Poseidon, procurando in tal modo l’ingresso illegale di stranieri nel territorio dello Stato, privi di cittadinanza italiana e di titolo per risiedere permanentemente sul territorio nazionale.
Con le aggravanti, per i soggetti resisi responsabili dei delitti sopra indicati: di aver consentito l’ingresso in Italia di più di cinque persone; di aver esposto le persone trasportate a pericolo per la vita o per l’incolumità; di aver sottoposto le persone a trattamento inumano o degradante; di aver commesso il fatto allo scopo di trarre profitto, anche indiretto.
I provvedimenti di fermo di indiziato di delitto, su richiesta della Procura della Repubblica di Reggio Calabria, sono stati convalidati dal GIP presso il locale Tribunale nei confronti di tutti i 5 soggetti extracomunitari sopra indicati, a carico dei quali è stata disposta la misura cautelare della custodia in carcere.
Proseguono le indagini per l’identificazione degli organizzatori, dei finanziatori e degli altri complici del traffico di esseri umani.