Rumeno accoltellato, ricostruita la dinamica dell’omicidio: cinque fermi

Reggio Calabria Cronaca

È stato risolto in poco più di 72 ore il caso dell’omicidio del cittadino rumeno Cezar Marian Pirvu, ucciso lo scorso 3 agosto a Reggio Calabria.

La squadra mobile, ieri, ha fermato tutti i presunti autori del delitto: tre cittadini, anche loro rumeni, Doru Popoinete (36 anni), Ioan Marius Tican (26) e Alin Chirila (20), nei cui confronti la Procura della Repubblica, concordando con le risultanze investigative acquisite dalla Sezione “Omicidi”, ha emesso due provvedimenti di fermo di indiziato di delitto con l’accusa di omicidio in concorso.

Intorno alle 10 di sera del 3 agosto, la vittima si era presentata all’ingresso della Questura reggina, chiedendo aiuto, dolorante e sanguinante. Pirvu aveva poi perso i sensi accasciandosi a terra in stato di incoscienza venendo trasportato, con un’ambulanza del 118, presso il Pronto Soccorso degli Ospedali Riuniti.

Dai primi accertamenti effettuati dal personale del Ufficio Prevenzione Generale e Soccorso Pubblico (l’Upgsp) si stabilì che l’uomo era stato accoltellato poco prima, in Piazza Garibaldi, da alcuni connazionali con cui aveva avuto una lite.

ASSASSINATO DURANTE UNA LITE

Già nella notte stessa, tra il 3 e il 4 agosto, vennero così acquisite in Questura le dichiarazioni di tutti i testimoni e furono effettuati diversi riscontri sul luogo indicato, dove vennero anche acquisite le immagini dei vari sistemi di videosorveglianza della zona. La mattina del giorno 4 agosto, Pirvu era poi deceduto in ospedale.

Così, sotto la direzione del Pm Massimo Baraldo, gli agenti della Mobile dell’Upgsp hanno implementato le indagini individuando dapprima Doru Popoinete come colui che materialmente avrebbe sferrato la coltellata mortale alla vittima. Il soggetto, secondo gli inquirenti, sarebbe di “indole estremamente violenta” e annovererebbe diversi precedenti di polizia (per reati contro la persona e il patrimonio). Gli investigatori ritengono di aver raccolto a suo carico “diversi gravi elementi di colpevolezza” prontamente riferiti al Pm che ha emesso nei suoi confronti un provvedimento di fermo di indiziato di delitto per omicidio volontario.

LA GELOSIA IL MOVENTE DELL’ASSASSINIO

Nel frattempo, proseguendo le investigazioni, si sarebbe fatta luce su tutta la dinamica del delitto che vedrebbe coinvolto non solo Popoinete ma anche altri soggetti che, a vario titolo, avrebbero partecipato all’aggressione. Gli inquirenti, infatti, sono certi di aver individuato “ulteriori e precise responsabilità” sul fatto di sangue in capo a Alin Chirila e Iuan Marius Tican, per cui il pm titolare delle indagini ha emettere un secondo provvedimento di fermo.

La minuziosa ricostruzione dei fatti operata dalla Mobile, avrebbe poi ricostruito il contesto in cui era maturato l’omicidio “l’ambiente degradato di un ristretto gruppo di cittadini extracomunitari - spiegano infatti gli investigatori - coinvolti perlopiù nel giro della prostituzione”, e il movente che lo aveva determinato: l’assassinio sarebbe scaturito, secondo quanto finora emerso, da motivi di gelosia. Popoinete, raccontano sempre gli inquirenti, avrebbe infatti “insidiato” la donna di Pirvu e, alla richiesta di chiarimenti di quest’ultimo, ne sarebbe nata una violenta colluttazione in cui la vittima sarebbe stata inizialmente aggredita con una bottiglia rotta e successivamente con un coltello che il presunto assassino avrebbe utilizzato per colpire la vittima alle spalle mentre quest’ultima, compreso il pericolo, aveva cercato di fuggire.

Chirila, rintracciato, venne sottoposto a fermo già la sera del 4 agosto mentre Popoinete e Tican si erano resi, inizialmente, irreperibili. Ma la polizia non si è data per vinta ed ha avviato una frenetica attività di indagine per riuscire a localizzarli: cosa avvenuta il 6 agosto, quando sono stati rintracciati (grazie anche a pedinamenti) in uno stabile di una via centrale di Locri. Poco della mezzanotte dello stesso giorno è scattata l’irruzione nell’appartamento sorprendendo i due fuggitivi, che avrebbero anche cercato di fuggire da un piccolo giardino sul rertro dello stabile ma dove sono stati però fermati dalla polizia ed arrestati. I due pare fossero già pronti per lasciare il paese alla volta della Romania e stavano già organizzando la fuga a bordo di un autobus di linea.

Nell’appartamento sono stati anche individuati altri due soggetti, Magdalena Szekely (37 anni) e Domenico Rinaudo (57) arrestati in flagranza per favoreggiamento personale.

Al termine degli adempimenti di rito, i fermati e gli arrestati sono stati condotti in carcere a disposizione dell’Autorità Giudiziaria. Proseguono le indagini per l’identificazione di altri favoreggiatori e altri complici dell’efferato delitto.