Cemento a Capocolonna, Associazioni presentano dossier sulle criticità
Le associazioni Gettini di Vitalba e Sette Soli vigilano costantemente sui lavori di parziale smantellamento della gettata di cemento stesa sui resti del foro romano scoperti durante gli scavi del 2014 nell’area antistante la chiesa di Capo Colonna, a Crotone.
Lo rende noto Linda Monte per conto delle stesse associazioni ricordando che sebbene il Ministero competente abbia avuto un ripensamento sull’accaduto e quindi si sia raggiunto un compromesso, le stesse associazioni hanno steso “due minuziosi dossier sulle criticità del Parco archeologico e del Museo nazionale annesso, alcune davvero insopportabili perché mettono a rischio l’incolumità dei visitatori e la salvaguardia dei reperti”.
La documentazione, corredata di dettagli e fotografie, prosegue la Monte “rivela la sciatteria ed il maltrattamento culturale nei confronti dell’intera area, compresi l’abbandono e l’incuria delle aree verdi come dei resti archeologici, solo per sottolineare uno dei tantissimi aspetti”. I dossier sono stati inviati alle autorità competenti e sono sottoscritti dal Comitato Salviamo Capo Colonna. Per la delicatezza di alcune questioni sollevate, spiega ancora la Monte i contenuti, per il momento, non saranno divulgati.
“L’intento – prosegue - non è di gratuita protesta o di denigrazione nei confronti di chi in questi anni ha gestito (per usare un termine gentile e non appropriato) tutta l’area di Capo Colonna - il comitato ha chiesto la rimozione della stessa dirigente -, si chiede invece di restituire dignità ad un patrimonio universale, tra i più conosciuti ed importanti del Meridione ma ridotto, condotto come se fosse un ingombro o un’area di un’anonima e squallida periferia. Stesso destino lo vive il Museo, con la sua immensa e sconosciuta ricchezza”. Dunque una “vertenza” totale “e – conclude la Monte - si spera nell’intervento delle nuove figure delle Soprintendenze destinatarie dei dossier, in una rinascita di tutta l’area a vantaggio della storia e della collettività tutta”.