Difesa suolo, Graziano: “Interventi fuori da patto di stabilità”
“Rischio idrogeologico. La violenta alluvione che si è abbattuta sulla Bassa Sibaritide lo scorso 12 agosto 2015, ha messo ancora più in evidenza come la mancanza di misure di prevenzione adeguate e tempestive, e di sistematici interventi per risanare le criticità idrauliche e i fenomeni di dissesto idrogeologico, quando si manifestano, contribuiscono all’aumento della vulnerabilità dell’intero territorio regionale. Che è interessato, con sempre maggior frequenza, da accadimenti naturali che causano gravissimi danni alle risorse ambientali e al tessuto economico-sociale, compromettendo spesso anche l'incolumità dei cittadini”. È quanto scrive il consigliere regionale Giuseppe Graziano.
“Il contrasto a questi fenomeni prevede costi esponenziali per i quali sarebbe bene utilizzare la flessibilità sui vincoli europei. È indispensabile, quindi, che la spesa per interventi di difesa del suolo, di riassetto idrogeologico, di ripristino e bonifica dei siti produttivi inquinati e di messa a norma degli impianti di depurazione non sia computata nei saldi relativi al patto di stabilità. Il Presidente Oliverio si adoperi per chiedere al Governo centrale di intervenire in merito vista la delicata situazione della Regione Calabria, per far sì che la nostra Regione possa dotarsi di un piano di prevenzione generale contro il rischio di dissesto idrogeologico”.
Graziano, ribadendo la necessità di misure di prevenzione adeguate e interventi in difesa del suolo, ha presentato una specifica interrogazione al Presidente della Giunta regionale. “Lo stesso Ministro dell’Ambiente Galletti in risposta all’interrogazione (4/01136) presentata al Senato ha affermato che l'impegno economico necessario per la riparazione dei danni degli ultimi 20 anni, stimato per difetto, è di circa 1 miliardo di euro all'anno e che si tratta di una situazione destinata ad aggravarsi se non si interviene in modo tempestivo ed efficace. Ed è per questo che viene da più parti ritenuto indispensabile che la spesa per interventi di difesa del suolo, di riassetto idrogeologico, di ripristino e bonifica dei siti produttivi inquinati e di messa a norma degli impianti di depurazione non dovrebbe essere computata nei saldi relativi al patto di stabilità. Anche se non v'è dubbio, allo stesso tempo, che tale spesa debba essere migliorata, in termini sia quantitativi che qualitativi e che gli investimenti pubblici per la prevenzione del rischio idrogeologico, che richiede una straordinaria quantità di risorse, dovrebbero essere sostenuti da un'entrata stabile e sicura, che non sia assoggettata a riduzione o tagli, come purtroppo avvenuto in passato.
In attuazione di quanto disposto dal Governo con la legge finanziaria per il 2010 (legge n. 191 del 2009, art. 2, comma 240) – sottolinea inoltre il Consigliere Graziano - in merito alla realizzazione di piani straordinari diretti a rimuovere le situazioni a più elevato rischio idrogeologico in tutto il territorio nazionale, il Ministero dell’Ambiente già dai primi mesi dello stesso anno aveva avviato una serie di consultazioni con le Regioni interessate, coinvolgendo le autorità di bacino competenti, nonché il Dipartimento della protezione civile. Iniziative che si sono concluse con la sottoscrizione di specifici accordi di programma. Al fine di fronteggiare il dissesto idrogeologico, gli Enti interessati hanno affidato con regolari contratti di appalto, lavori di messa in sicurezza delle zone colpite.
In alcuni casi specifici, è accaduto che nonostante i lavori siano stati regolarmente realizzati ed ultimati, a seguito di regolare emissione fattura la Regione Calabria non ha provveduto a erogare i fondi ai Comuni che non hanno potuto così liquidare le spese ed i costi sostenuti dalle aziende per i lavori stabiliti, proprio per i vincoli del patto di stabilità. Tale situazione sta determinando ingenti difficoltà per le ditte che hanno eseguito regolarmente i lavori, determinando anche il rischio di fallimento delle stesse con relativo licenziamento dei lavoratori impiegati in esse. Sollecito, pertanto, il Presidente Oliverio, a voler intraprendere efficaci iniziative al fine di garantire il regolare e dovuto pagamento per i lavori di messa in sicurezza del territorio calabrese, a volersi adoperare nell’immediato affinché il Governo centrale non comprenda tali somme nel patto di stabilità, in particolare vista la delicata situazione della Regione Calabria, sia per il rischio idrogeologico sia per la situazione economico sociale, e affinché la nostra Regione si possa dotare di un piano di prevenzione generale contro il rischio di dissesto idrogeologico”.