Intervista a Gilberto Floriani, direttore del SBV (partner del #PremioTropea)
Gilberto Floriani, direttore del Sistema Bibliotecario Vibonese, ci ha parlato della partnership tra Premio Tropea e SBV, delle prospettive dell’evento che si svolgerà a Tropea in Largo Galluppi (nel cuore del Centro Storico) il 5 e 6 settembre e della necessità di investimenti concreti sulla cultura ai fini dello sviluppo della Regione.
Qual è il ruolo del Sistema bibliotecario vibonese nel Premio Letterario Nazionale Tropea? Perché ha deciso di investire in questa collaborazione?
Il Sistema Bibliotecario Vibonese ha sempre accompagnato e sostenuto il Premio Tropea, fin dalle origini. Negli ultimi tre anni poi il premio è stato incluso nel Tropea Festival, con ottimi risultati. Basta ricordare che nell’edizione 2014 è stato premiato un dei massimi scrittori italiani Antonio Moresco. La decisione di separare i due eventi non è stata nostra, ma dell’Associazione Accademia degli Affaticati. Come Sistema Bibliotecario abbiamo deciso di sostenere in ogni caso il premio pur non condividendo tutte le decisioni che il nuovo direttivo dell’Accademia degli Affaticati ha assunto e che secondo noi, in prospettiva potrebbero portare a un declassamento del premio.
Ritiene che il Premio Letterario Nazionale Tropea, per meriti acquisiti sul campo, sia diventato un evento di eccellenza?
E’ stato sicuramente uno dei premi più ricchi del panorama letterario italiano, 10.000 euro al premio e 5.000 al secondo e terzo non aveva e non ha molti corrispettivi. La trovata geniale all’origine è stata questa; aver diminuito sensibilmente il valore del premio può incidere molto sulla sua capacità di attrazione per il futuro. Per stabilizzare i livelli di eccellenza bisognava lavorare sui meccanismi selettivi, rendere tutto più oggettivo e trasparente. Nella misura in cui si riuscirà a fare tutto questo il Premio può avere ancora un futuro.
Durante la cerimonia per la selezione dei finalisti lei ha auspicato la nascita di nuove biblioteche sul territorio,perché? Ritiene che davvero la cultura sia volano di sviluppo, crescita e produttività per la nostra regione?
Le biblioteche sono una componente fondamentale delle politiche di promozione della lettura. Quando parlo di biblioteche non mi riferisco naturalmente a quelle piccole realtà asfittiche che caratterizzano i nostri paesi o in genere la Calabria. Ormai le biblioteche nelle realtà più evolute in Italia, in Europa e nel mondo sono diventate veri e propri hub culturali, luoghi identitari delle città, poli di aggregazione, centri di servizi anche digitali per i cittadini. In Calabria non siamo abituati a strutture del genere, fatta eccezione, senza alcuna falsa modestia, per il Sistema Bibliotecario Vibonese. Avere strutture di questo genere non è nemmeno una questione di costi, ma di visione di quello che deve essere una città.
Cosa significa gestire un Sistema Bibliotecario in una regione del Sud? Nell’immaginario collettivo come viene vista e percepita la “biblioteca”?
Io spero che la nostra realtà del Sistema Bibliotecario sia percepita come una realtà positiva e innovativa. Gestire una infrastruttura del genere vuol dire sobbarcarsi infinita fatica e scontrarsi con ogni genere di difficoltà, specie quelle burocratiche. In Calabria e nel Sud l’investimento per eccellenza è quello edilizio, al massimo si concepisce una ristrutturazione, con i risultati che tutti possiamo vedere: opere pubbliche che era meglio non fare, brutture, palazzi restaurati e chiusi per incapacità di progettarne la fruizione e altro.
Quali sono state negli anni e quali sono ancora oggi le difficoltà riscontrate in relazione alla diffusione della cultura della lettura nel nostro territorio? Ritiene che si stia perdendo il gusto di leggere?
Le ragioni per cui in Calabria si legge poco sono molto complesse, alcune di carattere storico, altre dovute alla modernizzazione distorta della nostra società regionale. Il gusto di leggere non si perde, al più si può non scoprire. Dovremo offrire a tutti questa opportunità. Si deve però avere la consapevolezza che una società con bassi indici di lettura è anche una società con bassi livelli di sviluppo, che non sa valorizzare le sue potenzialità.
Perché frequentare una biblioteca? Come inciterebbe bambini, giovani e adulti a farlo?
Per tutti i motivi che spero di aver illustrato nei punti precedenti.