Armi: arsenale scoperto nel catanzarese, era pronto per l’uso

Catanzaro Cronaca

Saranno gli uomini del Raggruppamento carabinieri investigazioni scientifiche, con sede a Roma, a stabilire se l'arsenale rinvenuto nelle campagne di Belcastro e' composto da armi utilizzate nei tanti fatti di cronaca che hanno insanguinato la Presila Catanzarese e il comprensorio. Nel corso di una conferenza stampa che si e' svolta questa mattina nella sede della Compagnia dei Carabinieri di Sellia Marina e' stata, infatti, evidenziata la necessita' di rivolgersi al reparto speciale dell'Arma per potere identificare meglio il significato della scoperta avvenuta in localita' "Acquavona", nel territorio di Belcastro. All'incontro con la stampa erano presenti il comandante della Compagnia, il capitano Giovanni De Nuzzo, il comandante della stazione di Petrona', maresciallo Giuseppe D'Addio, il comandante della stazione di Sellia Marina, luogotenente Giuseppe Romeo. Le armi e il materiale esplodente sono state rinvenute in un barile seminterrato, in un terreno agricolo adiacente un casolare abbandonato. All' interno, due mitra uno dei quali calibro 9; una pistola calibro 7,65; sette bombe a mano; dodici candelotti alcuni di dinamite; centinaia di proiettili di vario calibro tra i quali 38 special e 44 magnum; cavi detonatori e altro materiale per la manutenzione delle armi. Armi perfettamente funzionanti, anche se alcune tenute male, alcune delle quali con matricola abrasa. Il ritrovamento e' avvenuto dopo alcuni riscontri investigativi e una perlustrazione della zona di campagna, attivit' intensificata in questi ultimi giorni. Dopo avere rinvenuto il barile, i carabinieri hanno allertato gli artificieri che hanno provveduto a fare brillare il materiale piu' pericoloso, cosi' come disposto dal sostituto procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Catanzaro, Simona Rossi. Secondo il capitano De Nuzzo, "questa operazione ha consentito di togliere dalla disponibilita' dei criminali armi e munizioni che, con buona probabilita', sarebbero state impiegate per la commissione di altri delitti. Raramente - ha aggiunto l'ufficiale - si riesce a risalire agli autori di un delitto che, protetti spesso da un clima omertoso, agiscono indisturbati. E' difficile anche riuscire a rintracciare le armi utilizzate per compiere i delitti, spesso nascoste con i metodi piu' disparati. Questo gli uomini dell'Arma lo sanno bene, per questo vengono organizzati servizi continui di perlustrazione e rastrellamenti, soprattutto in territori impervi". Il comandante della Compagnia ha anche sottolineato che "giornalmente nel territorio di competenza vengono organizzati servizi preventivi e repressivi, sapendo che si tratta di un territorio con dinamiche movimentate della criminalita' organizzata". Tra le ipotesi investigative rispetto al ritrovamento dell'arsenale, quello che le armi possano essere state utilizzate anche nel corso della faida che negli ultimi anni ha insanguinato la Presila Catanzarese, nella zona a cavallo con il territorio della provincia di Crotone.