Omicidio Rizzuti: fermato un boscaiolo. Si fa strada il movente passionale

Catanzaro Cronaca

C'è un fermo per l'omicidio di Claudio Rizzuti il dipendente comunale di Petronà, ucciso nel pomeriggio di ieri a colpi di fucile nella piazza del paese in provincia di Catanzaro. I carabinieri della Compagnia di Sellia Marina hanno individuato il presunto autore del delitto che avrebbe agito per motivi passionali. I dettagli dell'arresto saranno resi noti nel corso di una conferenza stampa in programma alle 10,30 nel Comando provinciale dei carabinieri.

Rizzuti è stato ucciso nel pomeriggio di ieri, intorno alle 16,30. L'uomo aveva piccoli precedenti penali che hanno fatto escludere sin da subito un legame con altri delitti di mafia che hanno interessato la zona. Due parenti di Rizzuti, infatti, erano stati uccisi in altrettanti agguati di 'ndrangheta nel 2004 e il 2006, ma gli inquirenti escludono un legame con l'omicidio di ieri.

h 12:35 | FERMATO UN BOSCAIOLO, SI PENSA AL MOVENTE PASSIONALE

E' un uomo di 37 anni, Francesco Rocca, di professione boscaiolo la persona fermata dai carabinieri perché ritenuta l'autore materiale dell'omicidio di Claudio Rizzuti, il dipendente del Comune di Petronà assassinato ieri pomeriggio, in pieno giorno e proprio nel centro del piccolo comune della Presila catanzarese.

Le indagini dei militari dell'Arma della Compagnia di Sellia Marina e del Reparto operativo provinciale, hanno incanalato il caso sin da subito seguendo una pista ben precisa, quella passionale che ha portato all’arresto del colpevole in meno di 24 ore.

Il movente dell’assassinio andrebbe ricercato infatti in “vicende private”, e sarebbe probabilmente riconducibile ad un tradimento che ha portato Rocca a commettere il delitto utilizzando un fucile ritrovato successivamente dagli stessi carabinieri.

Interrogato dagli inquirenti durante la notte scorsa, l’uomo avrebbe inizialmente negato ogni responsabilità ma, pressato dagli investigatori, alla fine ha confermato di essere l’autore dell’efferato omicidio. Dopodiché è scattato il fermo. Da segnalare il fatto che tre componenti della famiglia Rizzuti sono stati uccisi nell’arco di 8 anni.

h 14:22 | Secondo i riscontri investigativi, tra Rizzuti e Rocca ci sarebbero stati vecchi risentimenti, compreso una ipotesi passionale che vorrebbe il primo amante della moglie dell'omicida. In passato, inoltre Rocca era finito a processo con l'accusa di avere dato fuoco ad un'abitazione estiva di Rizzuti, proprio per vendicare uno sgarro. Ieri l'epilogo e l'omicidio plateale nella piazza del paese.

Un uomo corre per strada imbracciando un fucile, bloccando le auto in transito, in mezzo ai pedoni attoniti. Esplode due colpi e ammazza il suo rivale. Eppure, interrogati, nessuno ha visto niente. Una situazione incredibile, evidenziata oggi dal procuratore di Crotone, Raffaele Mazzotta, nel corso della conferenza stampa che si è svolta a Catanzaro per l'arresto dell'uomo che ha ucciso ieri il dipendente comunale di Petronà (Catanzaro).

"I cittadini hanno dimostrato una insensibilità collaborativa - ha detto Mazzotta - perché assistere dalla finestra alla lotta tra Stato e anti Stato è troppo comodo". Un'accusa molto forte, perché il filmato acquisito dai carabinieri della Compagnia di Sellia Marina ha dell'incredibile. Nelle immagini delle telecamere di uno studio commerciale si vede la vittima, Claudio Rizzuti, 57 anni, camminare sulla strada principale del paese, preceduto da un altro passante. Quindi, alcune auto in transito e altre persone che incrociano e salutano l'uomo.

Improvvisamente, tra le auto e i pedoni, compare l'assassino, Francesco Rocca, 37 anni. Imbraccia un fucile. Dribbla auto e passanti e fa fuoco. Qualcuno allarga le braccia sconsolato per l'efferatezza e la spavalderia dell'omicidio, compiuto alle 17 davanti la chiesa madre del paese. All'arrivo dei carabinieri, grazie alle indagini, tutti vengono sentiti. Nessuno, però, dice di avere visto quell'uomo con il fucile. Qualcuno fa solo riferimento a due colpi sentiti in lontananza.

"Non è possibile che in pieno giorno, con esercizi commerciali aperti e gente per strada, nessuno abbia visto nulla - evidenzia il comandante provinciale dei carabinieri, il colonnello Salvatore Sgroi - questo non è senso civico. Qualche colpo poteva andare a vuoto e colpire qualcuno. Denunciare cose simili non vuol dire essere spioni". Fondamentali i riscontri investigativi dei carabinieri della Compagnia di Sellia Marina, guidati dal capitano Giovanni De Nuzzo, i quali hanno prima stretto il cerchio intorno all'assassino grazie ad una serie di elementi, quindi hanno acquisito le immagini delle telecamere che, da sole, non sarebbero bastate perché poco chiare.

Per il capitano De Nuzzo, "durante le operazioni di rilievo, da una parte si notavano gli inquirenti, impegnati a lavoro, dall'altra la gente, ma nessuno si è avvicinato per dire quello che aveva visto". I militari dell'Arma hanno, comunque, avviato indagini che potrebbero portare i presenti ad essere denunciati per favoreggiamento in omicidio.